Non voglio pensare a cosa sono stati capaci di inventarsi ieri in Parlamento. Immagino fuochi pirotecnici in favore di telecamera, ma non ne ho la curiosità: hanno stancato. Preferisco riflettere sulla solitudine dell’elettore libero, quello svincolato da un qualsiasi ‘obbligo’ nei confronti dei partiti; quell’elettore che presto (forse) sarà richiamato alle urne: solo e triste, sconfortato dal panorama di simboli che si troverà ancora una volta sulla scheda.
Sceglierà le (indubbiamente) efficaci provocazioni di Salvini? Sì, è vero, sono efficaci, ma pur sempre provenienti dal leader di uno dei più vecchi partiti italiani (lo batte solo il partito Radicale, quello di Pannella, che però non si presenta ormai da decenni alle elezioni): la Lega è un partito così vecchio che rischia di aver inglobato nel tempo anche personaggi senza scrupoli e disposti alla corruzione (come sembrano dimostrare le inchieste giudiziarie di questi mesi). Sceglierà il ‘cambiamento’ fallito (e tradito) del M5S? Sceglierà la sinistra? Quale? Quella ‘dura e pura’ di Potere al Popolo? Quella ‘vera’ di LeU (partito che praticamente non esiste già più, abortito dopo pochi mesi)? Quella ‘renziana’? Quella ‘zingarettiana’? Solo ad elencarle, tutte queste sinistre, viene lo sconforto anche al più sincero comunista. Sceglierà la destra? Di Salvini abbiamo già detto, quindi resta la Meloni (Berlusconi non merita menzione perché non è mai stato ‘destra’ e nemmeno ‘centrodestra’, anzi, è stato il Terminator di Gianfranco Fini e di Alleanza Nazionale)… dicevamo la Meloni, sì, può considerata di destra: proviene proprio da An, ma poi anche lei si è lasciata abbracciare dall’alleanza con ‘zio Silvio’, commettendo lo stesso errore (e lo stesso tradimento) di cui si sono macchiati prima Fini e poi tutti i suoi colonnelli (La Russa, Gasparri e compagnia cantando). Chi resta? Cosa rimane da prendere in considerazione per il voto delle prossime Politiche? Gli estremisti extraparlamentari? Affascinanti ma poco pratici, sarebbe come votare scheda bianca, o come vergare ‘Stalin’ o ‘Mussolini’: ti diverti 5 secondi, ma poi esci dalla cabina elettorale e torni nella realtà. Ecco quindi che il partito dell’astensione riemerge solido, compatto, deluso, arrabbiato e gigantesco: quasi la metà degli italiani non vota.
Quasi la metà degli italiani si lascia governare da decenni da questa orda di barbari mascherati con cravatte e buone intenzioni. Un 40% che, mai come questa volta, potrebbe diventare ancora più grande, più vasto, più inquietante e più triste. Un partito che virtualmente è già il più grande di tutti (gli spetterebbe di diritto il premio di maggioranza!).
Ecco la sfida per il prossimo Messia italiano: riunire gli astensionisti e portarli al potere. Tanto, male che va, peggio dei pentaleghisti non potranno fare, anzi: il programma non dovranno dividerlo con nessuno. Nessun ‘contratto di governo’: una sola volontà monolitica che diventa classe dirigente, che in un sol boccone si mangia tutti i pidocchi attaccati alle mammelle dello Stato. Miliardi e miliardi di euro che ogni anno si sprecano a causa della italica attitudine alla corruzione e al sotterfugio. Milioni di parassiti che dovranno finalmente smetterla di frodare il fisco, di assumere in nero, di percepire fondi pubblici per aziende che poi chiudono nel giro di pochi mesi (quando va bene), di percepire uno stipendio solo perché messi in questo o quell’ente pubblico creato ad hoc.
I Cinque Stelle lo volevano fare, ma non ci sono riusciti; Salvini combatte altre battaglie (più popolari ma meno incisive sullo stato di salute delle casse pubbliche); e il Pd non ci pensa nemmeno a dare fastidio ai poteri forti (le banche, i Benetton, le coop rosse di Buzzi..). Forse ha ragione chi dice che prima di sperare in una nuova classe politica, non corrotta, bisogna creare i nuovi italiani. Ci aveva provato Mussolini, ma è finito a testa in giù. Nei paesi comunisti ci hanno provato i vari Stalin, Lenin, Mao… e non mi pare che i loro popoli oggi se la passino tanto bene (né in Russia né in Cina). Avanti il prossimo.