“Il linguaggio politico è concepito in modo da dare parvenza di solidità all’aria”. Lo diceva George Orwell, che sul potere tanto ha scritto. Forse nemmeno lui, però, immaginava che la casta dei politici avrebbe raggiunto livelli di sfacciataggine e di incapacità come quelli di cui oggi danno sfoggio i nostri rappresentanti. Dalla bufala di Renzi, Boschi e compagnia bella sul ritiro dalla politica in caso di sconfitta al referendum ne abbiamo viste tante. Troppe. E oggi, oltre a quella di Renzi, sui nostri teleschermi vediamo quotidianamente la faccia di gente che, se avesse avuto un minimo di senso del pudore, avrebbe dovuto far sparire le proprie tracce ormai da anni. Quelli che dicevano “mai alleanze con i partiti politici” stanno lì a parlarci di responsabilità dopo aver governato prima con la Lega e poi col Partito Democratico.
L’allora capo politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio disse pubblicamente che non si sarebbe mai unito al “partito che fa l’elettroshock ai bambini”, il giorno dopo formò un governo proprio con quel partito. Il capo dell’opposizione interna Alessandro Di Battista disse che in caso di alleanza con il Pd avrebbe lasciato il Movimento. Anche lui continua a parlare dopo aver tradito il suo impegno. Dicevano che avrebbero estromesso i Benetton dalla gestione delle Autostrade e non hanno fatto nemmeno quello. Avevano promesso di fermare la Tav e non l’hanno fatto. Ma i grillini non sono gli unici. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti aveva detto pubblicamente che non si sarebbe mai alleato con loro. Anche lui ha mentito. Ma stiamo parlando ancora di strategie politiche. La cosa grave è che fanno lo stesso con la vita dei cittadini. Conte aveva detto che c’erano pronti 400 miliardi di euro per dare liquidità alle imprese. Diceva che sarebbero bastati 4 giorni di istruttoria per avere i prestiti. Ancora oggi se hai bisogno di meno di 25mila euro hai solo due alternative: o ti suicidi gettandoti tra le braccia degli strozzini o muori di fame. E il premier ha la faccia tosta di chiedere (un mese dopo!) alle banche un “atto di amore”. A livello locale è lo stesso.
All’inizio del suo mandato il governatore campano Vincenzo De Luca annunciò che in due anni avremmo avuto la sanità migliore d’Italia. Oggi assistiamo al disastro di cui si è reso responsabile. Milioni e milioni di euro buttati per un ospedale, la megastruttura di Ponticelli, che funziona a scartamento ridotto e altri milioni per un’altra struttura provvisoria costruita nel parcheggio dello stesso ospedale per il trattamento dei pazienti Covid, che oggi è praticamente inutilizzata perché dopo tre mesi l’emergenza è ormai gestibile con mezzi ordinari. Intanto, in 5 anni il salernitano è stato in grado di smantellare l’intera rete ospedaliera facendo un enorme favore alla sanità privata. E oggi ci chiama “bestie” perché non indossiamo le mascherine, mentre stiamo ancora aspettando quelle che lui ci aveva promesso. Noi siamo le bestie. Lui ha “buttato il sangue”. Certo, ci mancherebbe, mentre noi bestie ci prepariamo a morire di fame grazie all’incapacità sua e dei suoi “colleghi”, lui continua a mettersi in tasca quasi 14mila euro di stipendio mensile. Dopo tutto quello che abbiamo visto in questi mesi lui e quelli come lui sono ancora lì, parlano, si vantano di aver dato un contributo determinante alla sopravvivenza dei cittadini e dell’economia nazionale. Pretendono che li ringraziamo e che dimostriamo la nostra gratitudine alle urne. Ma se qualcosa si è salvato è stato solo grazie al senso di responsabilità degli italiani, alla nostra pazienza e alla nostra capacità di resistere a qualsiasi avversità. Non ci meritiamo una classe politica così. Non è giusto.