Inchiesta sulla Sea Watch, la Procura di Catania: caccia ai trafficanti libici

Gli investigatori cercheranno di capire perché la motonave di non si sia diretta verso le coste tunisine, come fatto da alcuni pescherecci che in condizioni di mare critiche si erano rifugiati presso quelle coste

Foto Davide Anastasi / LaPressecronaca31/01/2019 Catania (Italia)La nave Sea Watch è arrivata nel porto di CataniaNella foto: lo sbarco dei migranti al porto di CataniaPhoto Davide Anastasi / LaPressenews31/01/2019 Catania - Italy The Sea Watch ship arrived in the port of CataniaIn the pic migrants

CATANIA – Sulla Sea Watch la Procura di Catania ha deciso di aprire un’inchiesta. Il procedimento penale a carico di ignoti è per associazione a delinquere finalizzata all’agevolazione dell’immigrazione clandestina. Ma non è stato sottolineato alcun rilievo penale nella condotta tenuta dai responsabili della nave della Ong.

Le tre strade che percorrerà il procuratore Zuccaro

L’intento del procuratore Carmelo Zuccaro percorre tre strade. Da un lato, risalire aduna parte dei trafficanti libici che hanno organizzato la partenza dei migranti dalla costa libica. Dall’altro individuare gli scafisti che hanno condotto il gommone poi soccorso dalla “Sea Watch 3”. Infine accertare la liceità della condotta tenuta dai responsabili della motonave.

Al vaglio le dichiarazioni del comandante della Sea Watch

Gli investigatori cercheranno di capire perché la motonave di non si sia diretta verso le coste tunisine, come fatto da alcuni pescherecci che in condizioni di mare critiche si erano rifugiati presso quelle coste. Verranno passate al vaglio anche le dichiarazioni rese dal comandante della motonave e dal coordinatore del team riguardo il mancato funzionamento del motore e di una persona alla guida. “Dichiarazioni che apparivano contraddette da quelle rese da alcuni migranti che hanno invece asserito che il motore del gommone era funzionante al momento del soccorso e che il natante era guidato da uno di loro” hanno affermato dalla Procura.

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