CATANIA – La Sea Watch resta a Catania. Caricati i viveri a bordo e arrivato il nuovo equipaggio la nave è pronta a ripartire per la sua missione umanitaria. Sulla nave sono però ancora in corso gli accertamenti della capitaneria di porto. Sulla Sea Watch 3 sarebbero state infatti riscontrate alcune irregolarità.
Irregolarità a bordo della Sea Watch 3, la Guardia costiera blocca la partenza
Sono due i motivi che impediscono la ripresa della navigazione della Sea Watch 3. In primo luogo sono ancora in corso gli accertamenti amministrativi della capitaneria di porto. Sulla nave sono state poi riscontrate alcune irregolarità. “Una serie di non conformità” che riguardano “la sicurezza della navigazione” e “il rispetto della normativa in materia di tutela dell’ambiente marino”è quanto riferito dagli operanti della Guardia costiera. Secondo quanto riferito all’esito dell’ispezione amministrativa non sarà possibile riprendere il mare fino a quando non saranno risolti i problemi. Nulla, invece, dagli accertamenti di questura e guardia di finanza. Le fonti legali della Ong dichiarano che nessun passaporto è stato ritirato né alcuna comunicazione è stata diramata dalla procura di Catania.
L’inno nazionale alla festa per lo sbarco, i 15 minori ‘non trasferibili’ senza l’autorizzazione della magistratura
Applausi e abbracci sorrisi e anche un accenno dell’inno italiano: è stata una vera e propria festa quella per lo sbarco dei 47 migranti della Sea Watch 3. Le condizione fisiche dei passeggeri della nave sono buone. “Le loro condizione fisiche non destano particolare preoccupazione. – ha dichiarato Luigi Corsaro, presidente della Cri siciliana – Sicuramente il problema più importante è quello psicologico. Sono persone che sono state a lungo su una nave in attesa di sbarcare”. Dei 47 migranti i 32 maggiorenni partiranno con l’autobus diretti verso l’hotspot di Messina. Da qui attenderanno la loro ridistribuzione negli otto Paesi europei che si sono dichiarati disponibili ad accoglierli. I 15 minorenni si trovano in un centro di accoglienza di Catania. Il loro trasferimento è infatti impossibile senza il consenso di giudici del tribunale dei minori.