MILANO – “Oggi abbiamo supportato un’azione concreta per tentare di porre fine al vergognoso sequestro dei 47 naufraghi e dell’equipaggio della Sea-Watch-3. Il Governo aveva inutilmente cercato di impedire che una delegazione con parlamentari, il sindaco di Siracusa, medici, avvocati e mediatori culturali, potesse recarsi a bordo. Per poter documentare tutte le violazioni gravissime, oltre che disumane, a cui sono sottoposte queste persone”. È quanto si legge nel comunicato di Mediterranea Saving Humans, piattaforma di associazioni italiane che si alterna nel Mediterraneo con Open Arms e Sea Watch.
Sea Watch, l’iniziativa per porre fine al sequestro dei naufraghi
“Per capire perché si voleva imporre l’isolamento alla Sea Watch, bastava ascoltare oggi lo psichiatra – prosegue la nota – dopo che ha potuto verificare le condizioni psico-fisiche degli adolescenti che hanno attraversato l’inferno libico, e poi hanno rischiato il naufragio a bordo di un gommone. E che, dopo essere state salvate dal coraggioso intervento dell’equipaggio di Sea Watch, sono da nove giorni in mare senza aver ottenuto quel porto sicuro. E il cui approdo è previsto dal diritto marittimo internazionale e italiano. Si capisce perché le loro testimonianze sulle atroci sofferenze patite nei campi di detenzione in Libia, non dovevano uscire da quella nave. E perché nessuno doveva vedere i segni delle violenze e delle torture impressi per sempre sui loro corpi”.
L’organizzazione ha raccolto i documenti da sottoporre all’autorità
“Tutto quello che oggi abbiamo raccolto – conclude Mediterranea- diventa ora materiale fondamentale per i documenti che, con urgenza, presenteremo a diverse Autorità competenti, ad ogni livello. Lo abbiamo promesso ai 47 naufraghi a bordo della Sea-Watch-3. Non vi lasceremo mai soli, faremo il possibile e l’impossibile affinché i vostri diritti siano rispettati”.
(LaPresse)