Nell’ambito di un’indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli, la Squadra Mobile ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Otto persone sono state arrestate con l’accusa di associazione di stampo mafioso, omicidio, occultamento di cadavere, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio di stupefacenti, detenzione e porto abusivi di armi da fuoco, estorsione, favoreggiamento personale, riciclaggio e ricettazione.
L’operazione ha riguardato gli assetti criminali del quartiere napoletano di Secondigliano, sotto l’influenza del cartello camorristico dell’Alleanza di Secondigliano, composto dalle famiglie Licciardi, Contini e Mallardo. In particolare, le indagini si sono concentrate sul gruppo del Rione Don Guanella, articolazione del clan Licciardi, diretto da Bruno Antonio.
Le investigazioni hanno permesso di chiarire i mandanti, gli esecutori, il movente e le modalità dell’omicidio di Domenico Gargiulo, pregiudicato affiliato al clan Sautto-Ciccarelli, ucciso nel settembre 2019. Gargiulo, soprannominato “sic e Penniell”, aveva una storia criminale complessa, passando dal clan Abbinante al clan Marino durante la terza faida di Scampia. Nel 2012 scampò a due agguati del cartello Abbinante-Abete-Notturno, ma il 15 ottobre dello stesso anno, un errore di persona portò all’uccisione di Pasquale Romano. Meno di venti giorni dopo, un altro agguato contro Gargiulo fallì per un inceppamento dell’arma.
Nel settembre 2019, Gargiulo fu attirato in una trappola e ucciso con un colpo d’arma da fuoco alla nuca. Il cadavere fu occultato nel bagagliaio di un’auto rubata, ritrovata poi nel Rione Don Guanella.
Il movente dell’omicidio è legato alla connessione tra i clan Licciardi e Sautto-Ciccarelli, e al loro legame con il clan Abbinante. L’obiettivo era vendicare la condanna all’ergastolo di Baldassarre Salvatore, nipote del capoclan Abbinante Antonio, per l’omicidio di Pasquale Romano e il tentato omicidio di Gargiulo nel 2012.
Le indagini hanno documentato il possesso di numerose armi da fuoco utilizzate per intimidazioni e scorribande armate. È emerso inoltre il controllo del clan Licciardi sul mercato dei veicoli rubati, con la gestione della vendita o della restituzione ai legittimi proprietari dietro compenso. Un’altra fonte di guadagno era la gestione delle piazze di spaccio del Rione Don Guanella, con un’attività fiorente che alimentava il rifornimento di hashish e cocaina. Sono stati identificati fornitori, accordi e modalità di approvvigionamento.
Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni. Il provvedimento cautelare è una misura disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione. I destinatari sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva.