Roma (LaPresse) – “Che effetto mi hanno fatto gli applausi? Mi sono quasi emozionata più ieri di quando sono entrata per la prima volta al Senato a gennaio“. Così Liliana Segre, intervistata a Circo massimo su Radio Capital. “Parlo in modo semplice, non conosco la politica, e con tutti i miei limiti mi sono trovata a occupare questa posizione e ho capito che moralmente ho un ruolo che non è politico: quella che parla sono io, non un’altra persona – ha aggiunto la senatrice a vita – Oggi sono vecchissima, sto per compiere 88 anni, pensi quanti anni sono passati dalle leggi razziali… ma sono ancora qui, a testimoniare. È la mia missione per tutti quelli che non hanno potuto“.
Una senatrice con i numeri di Auschwitz tatuati sul braccio
“Un ringraziamento al presidente Mattarella che ha scelto come senatrice a vita una vecchia signora con i numeri di Auschwitz tatuati sul braccio“. Così Liliana Segre, senatrice a vita, nel corso del dibattito in Senato sulla fiducia al governo Conte. parole accolte con una lunga standing ovation da parte dell’assemblea. “Ho conosciuto la condizione di clandestina e richiedente asilo – aggiunge – il carcere e il lavoro operaio, essendo stata schiava minorile. Per questo svolgerò l’attività di senatrice senza legami politici, ma seguendo la mia coscienza“.