TORINO – La prima vittoria in casa, la seconda di fila in campionato, un maggiore entusiasmo e qualche certezza in più a livello tecnico-tattico. Nonostante il boccone amaro per l’infortunio di Dybala (con tanto di uscita dal campo in lacrime) che pone qualche ombra sul futuro, e una tenuta difensiva – ma soprattutto mentale – da rivedere, visto che anche Perin ha dovuto raccogliere per due volte il pallone dalla rete, in una gara che sembrava chiusa e che per due volte la Samp è riuscita a riaprire. La Juventus per il momento si accontenta del risultato e si prende i tre punti a pranzo contro i blucerchiati, domati 3-2 con un primo tempo sontuoso (firma di Dybala e Bonucci su rigore) e controllati nella ripresa (prima gioia in bianconero di Locatelli) dopo il gol di Yoshida, nonostante qualche apprensione nel finale per la rete di Candreva. Un successo diverso da quello maturato, seppur con lo stesso risultato, a La Spezia, che se da un lato conferma la crescita dei ragazzi di Allegri, dall’altro ribadisce come la squadra sia ancora lontana – ad oggi – dalle prime della classe. Se al ‘Picco’ la Vecchia Signora si era imposta in rimonta, contro la squadra di D’Aversa i padroni di casa hanno sempre gestito il risultato e la partita, nonostante la gestione del match nei suoi momenti clou sia ancora da rivedere.
Allegri si affida a Morata in coppia con Dybala in attacco, sulla corsia destra spazio sia a Chiesa che a Cuadrado, dalla parte opposta Bernardeschi rileva l’indisponibile Rabiot. D’Aversa invece rinuncia a Dasmgaard dall’inizio, davanti conferma per la coppia Quagliarella-Caputo. I bianconeri vogliono i tre punti per alimentare la rincorsa in campionato, non a caso l’avvio dei padroni di casa è feroce. Dybala al 10′ con un tiro angolato e preciso sblocca il match mettendolo in discesa. I bianconeri prendono fiducia, giocano liberi di testa e fanno incetta di occasioni, ma Chiesa e Morata sprecano gli assist invitanti della Joya. Che, poco dopo, deve fermarsi per un problema muscolare, uscendo in lacrime per uno stop da valutare ma che di certo lo terrà fuori per le sfide cruciali contro Chelsea e Torino. Senza l’argentino, sostituito da Kulusevski, la luce si spegne e la Juve fatica a ritrovare quella fluidità dei primi venti minuti. Eppure la banda di Allegri tiene il controllo della sfera e della partita, trovando anche il raddoppio, su rigore, con Bonucci, dopo un tiro di Chiesa respinto dal braccio di Murru. Sopra 2-0 la gara sembra indirizzata, ma i bianconeri piombano subito nei vecchi difetti. Yoshida infatti raccoglie di testa un cross teso di Candreva prima dell’intervallo e riapre la contesa.
Diversamente da quanto avvenuto finora però in avvio ripresa la Vecchia Signora non va in apprensione, anzi trova il tris con Locatelli, che prima innesca Chiesa con un pregevole tocco in verticale, poi, sul proseguimento dell’azione, si ritrova il pallone tra i piedi da appoggiare in rete su una giocata intelligente di Kuluseveski. La partita questa volta sembra chiusa, anche perché la Juve – spinta anche dal suo pubblico – gioca in fiducia e sul velluto. Ma, anche in questo caso, le insidie sono dietro l’angolo e nel finale, su un pallone perso da Cuadrado, Silva dal fondo tocca in mezzo per Candreva, che riaccende le speranze dei blucerchiati e ravviva gli ultimi minuti. Dove giganteggia Chiellini, entrato poco prima per gestire il risultato con il passaggio alla difesa a tre, determinante per portare a casa una vittoria sofferta e preziosa.
Di Alberto Zanello