Serie A, la Juve difende il terzo posto: 3-1 al Genoa, sorrisi di Morata e Kulusevski

A poco a poco, la Juve si sta ritrovando. Ma la corsa Champions è ancora lunghissima

Foto Marco Alpozzi/LaPresse

TORINO – Le vittorie riportano serenità e la serenità fa correre più veloce la mente e la palla. La Juventus non sbanda contro il Genoa e ottiene un successo solido figlio della prova di forza offerta contro il Napoli, che ha riportato un po’ di tranquillità all’ambiente dopo le prove deludenti contro il Benevento e nel derby. Non è un caso che a indirizzare la gara con il Grifone siano due giocatori finiti nel mirino nell’ultimo periodo, Kulusevski e Morata. Il primo si sblocca con uno splendido tiro a giro (non segnava da fine gennaio contro la Spal in Coppa, mentre in campionato bisogna tornare indietro al poker di Parma del 19 dicembre scorso), il secondo ritrova la via del gol smarrita risolvendo da opportunista un’azione iniziata da Chiesa e proseguita con il palo di Ronaldo.

La Vecchia Signora però è ancora in convalescenza e la rete in avvio ripresa di testa di Scamacca fa riaffiorare i soliti fantasmi, con un Genoa garibaldino dalle parti di Szczesny dopo un primo tempo sottocoperta. A scacciare via gli incubi, dopo Dybala contro il Napoli, ci pensa questa volta un altro ‘festaiolo’ pentito, McKennie, che appena entrato firma il tris che anestetizza la partita. Per Andrea Pirllo sono tre punti preziosi nella corsa Champions, anche se la volata per non restare fuori dal quarto posto è appena iniziata. Rispetto a una settimana fa però i segnali alla Continassa sono più incoraggianti.

Il primo tempo

La Juve cambia poco o nulla rispetto all’affermazione sul Napoli. Si rivede dal 1′ Kulusevski, che diventa subito protagonista sbloccando il match con un tiro a giro forte e preciso su invito di Cuadrado, che sulla destra fa venire il mal di testa al promesso sposo juventino Rovella. I padroni di casa nei primi venti minuti vanno più volte vicini al gol, anche perché il 3-5-2 disegnato da Ballardini non riesce ad offrire la giusta copertura sulla tre quarti campo. Morata e Chiesa sfiorano il bersaglio, ma il raddoppio arriva comunque al 22′, grazie a un errore di Radovanovic in fase di disimpegno.

Chiesa scippa il pallone e si invola, Perin si supera, poi si salva sul palo colpito da Ronaldo ma nulla può sul tiro in corsa di Morata. Alla Juve riesce tutto, gioca sul velluto, riuscendo anche a mostrare buone trame, che non si vedevano da un pezzo. Perin tiene in piedi i suoi respingendo i tentativi di CR7 e di Rabiot, parate importanti per tenere aperta la partita. Sul gong del primo tempo i liguri hanno un primo sussulto: Scamacca si gira in un fazzoletto tra de Ligt e Chiellini ma trova sulla sua strada Szczesny.

La ripresa

Nella ripresa il centravanti di proprietà del Sassuolo fa centro al secondo vero tentativo, salendo in cielo sugli sviluppi di un corner (de Ligt reclama inutilmente un fallo) e riapre una gara che sembrava chiusa. Il Genoa sembra un altro, soprattutto per i cambi di Ballardini, con Ghiglione e Pjaca subito nel vivo della contesa. Proprio l’attaccante croato, che aveva già costretto Szczesny a una prima respinta, si divora la palla del 2-2 sparando alle stelle dopo un dribbling secco su Chiellini.

La Juve è in affanno, Ronaldo non riesce a tirarla fuori dalle sabbie mobili (azione personale e tiro a lato di un soffio) così Pirlo è costretto ad pescare il jolly dal mazzo della panchina per la seconda volta di fila. Con il Napoli era toccato a Dybala, con i liguri ci pensa McKennie. L’americano si invola verso la porta sul lancio di Danilo – grazie al fuorigioco sbagliato da Masiello – e trafigge Perin. A poco a poco, la Juve si sta ritrovando. Ma la corsa Champions è ancora lunghissima.

(LaPresse/di Alberto Zanello)

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