Torino (LaPresse) – Sarà meno importante della partita di Champions con lo Young Boys (Allegri dixit), ma la vittoria della Juventus nel derby d’Italia infligge un altro colpo alle speranze delle rivali, Napoli in primis, di tenere vivo un campionato che a dicembre sembra già semichiuso. La corazzata bianconera supera anche l’Inter, con una zuccata a metà ripresa di Mandzukic, e spedisce i nerazzurri a meno 14 dalla vetta, con i campani di nuovo costretti a inseguire a meno 11, al cospetto di una squadra che ha conquistato finora 43 punti dei 45 a disposizione. E che pare destinata a battere record su record.
La banda di Spalletti si è arresa non senza lottare, anzi ha anche creato due occasioni limpide (palo di Gagliardini e pasticcio tra Icardi e Perisic soli in area) per mettere il naso avanti nel primo tempo. Poi ha subito la reazione di Chiellini e compagni, implacabili a capitalizzare nella ripresa la palla gol trasformata da Mandzukic e a concedere le briciole, o poco più, all’avversario una volta passata in vantaggio.
Allegri non cambia niente rispetto alla formazione annunciata alla vigilia, con Bentancur regolarmente presente in mezzo al campo. Spalletti invece sorprende tutti con ben tre variazioni dell’ultima ora: in difesa a destra c’è Vrsaljko al posto di D’Ambrosio, in mezzo Miranda viene preferito a De Vrij, sulla linea mediana Gagliardini vince il ballottaggio con Vecino. Confermato invece il tridente composto da Politano, Perisic e Icardi. L’avvio dei nerazzurri è incoraggiante e promettente, ma i primi squilli li regala Paulo Dybala: Ronaldo crossa al veleno a rientrare dalla sinistra, la Joya si improvvisa centravanti di peso e di testa manda alto sopra la traversa. L’argentino si rende nuovamente pericoloso un minuto più tardi, in un’azione nata sull’out sinistro da una magia di tacco di Ronaldo.
Nella prima frazione l’Inter spaventa i campioni d’Italia
Questa volta Handanovic tocca quanto basta per spedire il pallone in corner. Gli ospiti non si scoraggiano e dimostrano di saper tener testa ai campioni d’Italia. Szczesny viene impegnato poco ma Chiellini e Bonucci vengono costantemente messi sotto pressione. I duelli principali si giocano tutti sulla fascia di campo occupata da De Sciglio-Ronaldo e Vrsaljko-Politano, piuttosto ispirato. Allegri sembra voler dare maggior peso offensivo sulla sinistra e a metà primo dirotta Cancelo da quella parte spostando De Sciglio sul lato opposto. Inizialmente però la Juve traballa. E non poco. Al 29′ Politano con uno splendido stop a seguire si libera del portoghese e crossa in mezzo per Icardi, che spalle alla porta con un tocco corto libera in corsa Gagliardini, che entra in area e con un diagonale chirurgico – fin troppo chirurgico – supera Szczesny ma centra in pieno il palo.
Qualche secondo più tardi Inter ancora a un passo dal vantaggio: il solito Poliltano affonda a destra, il velo di Skriniar libera Perisic e Icardi ma i due si ostacolano a vicenda e il tiro di Maurito finisce a lato. La partita improvvisamente si accende, con la Juve toccata nell’orgoglio dal quasi gol subito che reagisce di veemenza, con i muscoli più che con la testa. Brozovic al 36′ si immola in scivolata murando la conclusione a botta sicura di Bentancur sul tiro di Cancelo. Sull’angolo seguente Chiellini svetta sul primo palo costringendo Handanovic alla respinta di pugno. Poco dopo è ancora il capitano bianconero, come a scuotere i suoi, a spedire di testa alto sopra la traversa sempre su palla inattiva.
Decisiva la rete di Mario Mandzukic a metà ripresa
L’avvio ripresa beneficia dell’ultimo spumeggiante quarto d’ora con cui si erano chiusi i primi 45 minuti. Al 3′ un errore in fase di disimpegno di Matuidi mette in moto il tamburellante Politano, ma né lui né Icardi trovano il tempo e lo spazio per concludere a rete, con Bonucci decisivo nella chiusura sull’ex Sassuolo. Discorso simile dalla parte opposta per la Juventus: i bianconeri sembrano sul punto di far male ma alla fine la girata sbilenca di Dybala termina la propria corsa ingloriosa in curva.
La partita è ruvida, ruspante, fatta di molti contatti – anche duri – in mezzo al campo. Proprio come in derby d’Italia che si rispetti. Non cattiva, anche se i cartellini non mancano da una parte e dall’altra, segno che entrambe le squadre vogliono superarsi. E l’equilibrio, al 22′, si spezza. Cancelo si beve con un paio di dribbling Vrsaljko, crossa sul palo opposto per Mandzukic che sovrasta il malcapitato Asamoah e di testa in tuffo sblocca il risultato. Spalletti si gioca quasi subito la carta Keita al posto di Gagliardini, stordito dopo l’errore del primo tempo, e nel finale una punta in più, Lautaro, per Joao Mario. Ma la bella Inter, gagliarda e coraggiosa, del primo tempo si perde in un bicchiere d’acqua, consegnandosi nonostante il forcing finale alla Juventus. Che vola, sempre più in testa, sempre più sola.
Alberto Zanello