Serie tv “Gomorra”, l’allarme del prefetto: “Le fiction piene di boss offrono solo modelli negativi”

Il commissario straordinario di Caivano: "Siamo impegnati tutti i giorni a diffondere la cultura della legalità, questi prodotti rallentano il nostro lavoro"

260
Il prefetto Filippo Dispenza

Vista la quantità di commenti negativi, la riposta alla domanda se ci fosse qualcuno che sentisse il bisogno del prequel di Gomorra è inequivocabile. Nessuno lo vuole, anche perché fiction del genere sono dannose. Ne è convinto il prefetto Filippo Dispenza, commissario straordinario del Comune di Caivano.

“E’ giunto il momento di dire basta a serie tv sulla criminalità organizzata – ha detto Dispenza – servono soltanto a mostrare ai ragazzi scorciatoie per soldi facili e popolarità. Ma i più giovani devono sapere che nella vita non esistono scorciatoie. Chi le percorre, rischia grosso. Chi abbraccia la camorra, credendo di aprire le porte a una vita agiata si trova davanti a un bivio terrificante: va in galera o muore. Non ci sono alternative”.

Con piglio deciso, il commissario straordinario di Caivano, inoltre, ha invitato le produzioni a rivolgersi altrove. “Invece che portare sugli schermi i boss, perché non esaltiamo esempi positivi? Io proporrei fiction sugli Alfieri del Presidente della Repubblica. Si tratta di persone che ottengono successi con studio, lavoro e sudore della fronte”.

Ovviamente nemmeno Dispenza sogna di mettere un freno alla libertà di espressione. “Però un conto è bilanciare il bene e il male e un conto accendere i riflettori soltanto sui criminali – ha proseguito il prefetto – a me, ad esempio, piaceva molto lo sceneggiato la Piovra, perché esaltava anche il ruolo degli investigatori. Purtroppo da Gomorra, in poi, sembrerebbe che nelle fiction produttori e registi preferiscano rappresentare una realtà in cui i camorristi non vengono contrastati. Ma è ovvio che una descrizione del genere non sia realistica”.

Purtroppo qualcuno continua a sottovalutare il problema, ma la trasmissione di serie tv con violenza esplicita e modelli negativi, incidono molto sull’educazione dei ragazzi. “Guardate che siamo impegnati tutti i giorni a infondere il rispetto della legalità – ha continuato Dispenza – queste fiction, invece, non fanno altro che rallentare il nostro lavoro. Per fortuna non ci arrendiamo.

A Caivano, ad esempio, stiamo ottenendo risultati straordinari grazie alla collaborazione delle scuole e di don Maurizio Patriciello. Giusto qualche giorno fa abbiamo portato 200 bambini ad esibirsi al San Carlo. Negli occhi dei giovani di Caivano vedo la voglia di riscatto. Il loro desiderio di emergere percorrendo la strada giusta ci riempie di orgoglio. Dobbiamo insistere, perché soltanto così potremo assicurare un futuro alle generazioni che verranno. Purtroppo, però, vedo che c’è ancora chi preferisce proporre modelli negativi. Per insegnare ai ragazzi che non bisogna seguirli costa tanta fatica. Ecco, perché preferirei l’idea di produrre fiction sulla camorra venisse definitivamente accantonata”.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome