RAGUSA – Quattro migranti sono morti annegati al largo di Linosa dopo essersi lanciati dal barcone su cui viaggiavano. Un gruppo di trenta persone si è tuffato in mare, alla vista delle navi Protector della Frontex e della ‘Monte Sperone’ della guardia di finanza, nel tentativo di raggiungerle a nuoto. A confermare le morti alla squadra mobile di Ragusa, gli amici e i parenti delle vittime. Il comandante e gli undici membri dell’equipaggio sono stati fermati. A loro la procura contesta il reato di morte come conseguenza di altro reato.
Più di cento minori non accompagnati nello sbarco
Delle 447 persone sbarcate 128 sono minori non accompagnati. Soltanto 3 sono i minori accompagnati, 44 le donne e 272 gli uomini. Del totale 291 provengono dall’Eritrea e 92 dalla Somalia. Il restante è originario di Siria, Nigeria, Bangladesh e altri paesi del nord Africa. Tra loro molti sono in precarie condizioni di salute e sono stati trasportati all’ospedale di Modica. Nel tardo pomeriggio sono arrivate due donne gravide, una con problemi cardiaci, una ragazza fortemente denutrita e una giovane con due figli.
Situazione critica all’hot spot di Pozzallo
La situazione all’hot spot di Pozzallo è difficile. Soprattutto a proposito delle condizioni sanitarie. Secondo i medici della struttura dei 447 migranti ospitati almeno il 90% ha la scabia. Difficile quindi dare il via ai trasferimenti. Molti di loro sono deperiti e in precarie condizioni di salute. L’ordalia in mare e i mesi passati nei campi di prigionia libici hanno segnato soprattutto le donne e i minori.
Il sindaco di Pozzallo: “A bordo ci sono persone, non merci”
Il primo cittadino di Pozzallo Roberto Ammatuna si è più volte offerto di accogliere i migranti. “C’è preoccupazione per l’incertezza sulla situazione di chi resta sulle navi ed anche la nostra consolidata capacità organizzativa messa a dura prova – ha detto il primo cittadino – A bordo ci sono persone, non merci. Le situazioni createsi precedentemente erano diverse, più facilmente programmabili”.