Con un decreto firmato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, è stata ufficialmente istituita una nuova e vasta area marina protetta nell’arcipelago delle isole Egadi, in Sicilia. La decisione è arrivata al termine di un lungo percorso di consultazioni con le comunità locali, le associazioni ambientaliste e il mondo della ricerca scientifica.
L’obiettivo primario del provvedimento è la salvaguardia di un patrimonio naturalistico di inestimabile valore, minacciato da decenni di sfruttamento intensivo e attività umane non regolamentate. Le acque attorno a Favignana, Levanzo e Marettimo ospitano infatti alcune delle più estese e rigogliose praterie di Posidonia oceanica del Mediterraneo.
Queste piante marine, spesso erroneamente considerate alghe, svolgono un ruolo ecologico fondamentale. Funzionano come veri e propri “polmoni del mare”, producendo ossigeno e assorbendo enormi quantità di anidride carbonica, contribuendo così a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Inoltre, le loro radici consolidano i fondali, proteggendo le coste dall’erosione, mentre le loro fronde offrono rifugio e nutrimento a centinaia di specie marine, agendo come “nursery” per la fauna ittica.
Negli ultimi anni, questo delicato ecosistema ha subito gravi danni a causa della pesca a strascico illegale, una pratica devastante che ara letteralmente i fondali marini, distruggendo la posidonia e la vita che essa supporta. A ciò si sono aggiunti i danni provocati dagli ancoraggi selvaggi delle imbarcazioni da diporto e l’inquinamento di varia origine.
La nuova area protetta introdurrà un regime di tutela differenziato. Sono state definite diverse zone: una zona A di riserva integrale, dove sarà vietata qualsiasi attività ad eccezione della ricerca scientifica autorizzata; una zona B di riserva generale, in cui saranno consentite la balneazione, le immersioni regolamentate e la piccola pesca artigianale con attrezzi selettivi; e una zona C di riserva parziale, dove saranno permesse anche attività di fruizione turistica, sempre nel rispetto di regole precise.
Le nuove normative non puntano a penalizzare l’economia locale, ma a riorientarla verso un modello più sostenibile. Il divieto delle pratiche distruttive andrà a diretto vantaggio dei pescatori artigianali che operano nel rispetto delle regole e vedranno un progressivo ripopolamento delle risorse ittiche. Si prevede inoltre un forte impulso per il turismo naturalistico, come il diving e lo snorkeling, attività che valorizzano un ambiente sano e integro.
“Questa misura rappresenta una svolta storica per la tutela del nostro mare”, ha commentato un portavoce del comitato scientifico che ha supportato il progetto. “Proteggere le Egadi significa investire nel futuro della Sicilia e dell’intero bacino del Mediterraneo, garantendo la conservazione della biodiversità e la prosperità delle comunità che da essa dipendono”.





















