MILANO – Amnesty International denuncia che, nei mesi che hanno preceduto la sua incursione militare nel nordest della Siria e prima del tentativo di creare la cosiddetta ‘zona sicura’ oltre i suoi confini, la Turchia ha rimpatriato forzatamente rifugiati siriani. Amnesty International ha incontrato o parlato con rifugiati. Che hanno denunciato di essere stati picchiati o minacciati dalla polizia turca. Affinché firmassero documenti in cui attestavano di aver chiesto di tornare in Siria. In realtà, le autorità turche li hanno costretti a tornare in una zona di guerra e hanno posto le loro vite in grave pericolo.
“L’affermazione della Turchia secondo le quali i rifugiati siriani stanno scegliendo di tornare indietro in mezzo al conflitto è pericolosa e disonesta. La nostra ricerca mostra che queste persone sono state ingannate od obbligate a tornare in Siria”, ha dichiarato Anna Shea, ricercatrice di Amnesty International sui diritti dei migranti e dei rifugiati. “La Turchia merita apprezzamento per aver dato ospitalità a oltre tre milioni e 600mila siriani negli ultimi otto anni. Ma non può usare la sua generosità come una scusa per violare le norme nazionali e internazionali. Eseguendo rimpatri in una zona di conflitto”, ha aggiunto Shea.
(LaPresse)