WASHINGTON (Giuseppe Palmieri) – Missili americani, francesi e britannici sulla Siria. E’ una notte di fuoco su Damasco. Alle 3,10 ora italiana il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’avvio di una operazione militare contro il regime di Bashar Al Assad. La decisione di Washington, concordata con Londra e Parigi, arriva pochi giorni dopo il presunto attacco con armi chimiche perpetrato dall’esercito siriano nella città di Douma, una zona controllata dai ribelli che si oppongono al governo di Assad, che avrebbe provocato non meno di 50 vittime.
Il leader di Damasco ha respinto l’accusa di aver utilizzato armi chimiche, stessa posizione assunta da Mosca, che ha posto il veto su una risoluzione Onu per condannare la Siria. Trump nei giorni scorsi aveva annunciato l’uso delle maniere forti, ricevendo dure risposte dal Cremlino. Stanotte ha deciso di passare dalle parole ai fatti e nel corso di un discorso alla nazione ha annunciato l’inizio degli attacchi e aggiunto: “Siamo pronti a sostenere questa risposta fino a quando il regime siriano non cesserà l’uso di agenti chimici proibiti”. Poco dopo la dichiarazione dell’inquilino della Casa Bianca, anche il premier britannico, Theresa May, ha confermato di aver autorizzato l’intervento militare, seppur chiarendo subito dopo: “E’ un raid limitato, non puntiamo a rovesciare Assad”.
Navi e velivoli statunitensi sono stati impiegato nel raid notturno e subito dopo esplosioni sono state avvertite a Damasco e in altre località della Siria. La tv locale ha annunciato che il governo ha attivato le difese anti aere per rispondere all’attacco congiunto di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. La tensione è deflagrata nel corso di una notte di fuoco. E dal Pentagono non arrivano posizioni che fanno pensare a un’azione isolata. “Quella che avete visto stanotte non è la fine della risposta americana. Abbiamo condotto un attacco missilistico per impedire l’utilizzo di armi chimiche da parte del regime siriano contro la popolazione civile. La Russia? Staremo a vedere cosa decideranno di fare nelle prossime ore. Il nostro piano è flessibile, ci regoleremo di conseguenza. Le nostre forze vogliono garantire la sicurezza nella zona e per questo abbiamo colpito diversi siti e importanti infrastrutture per distruggere la capacità di Damasco di utilizzare queste armi”.
Almeno 13 i missili che avrebbero colpito i sobborghi della capitale della Siria, secondo la tv di Stato del Paese mediorientale. Alle 4,10, ora italiana, l’attacco è stato dichiarato finito dal governo americano. La notte di fuoco, per il mondo, però, sembra appena cominciata.