ROMA – In Siria la guerra è tutt’altro che finita. Dopo otto anni drammatici, i civili continuano a morire sotto le bombe. L’ultimo raid aereo su un mercato vicino Idlib ha fatto più di 40 morti e oltre cento feriti. Papa Francesco non ha mai smesso di lanciare appelli ai leader mondiali per porre fine alla strage.
L’appello del papa ad Assad
L’ultimo l’ha rivolto al presidente Bashir Hafez al-Assad, in una lettera consegnata a Damasco dal cardinale Peter Turkson, prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, accompagnato dal nunzio Mario Zenari e dal sottosegretario Nicola Riccardi. A darne notizia, nel suo primo giorno di lavoro come direttore della sala stampa del Vaticano, è il nuovo portavoce di Bergoglio, Matteo Bruni. La missiva resta riservata, ma si sa che il Papa ha espresso una profonda preoccupazione per la situazione umanitaria nel Paese. “Con particolare riferimento alle condizioni drammatiche della popolazione civile a Idlib”.
La situazione disumana delle popolazioni civili
È il cardinale segretario di Stato della Santa Sede, in una lunga intervista rilasciata al direttore editoriale del dicastero per la Comunicazione, Andrea Tornielli, a spiegare più a fondo le intenzioni del Pontefice. “Il Papa segue con apprensione e con grande dolore la sorte drammatica delle popolazioni civili, soprattutto dei bambini che sono coinvolti nei sanguinosi combattimenti”. Parolin ricorda che nei bombardamenti sono state distrutte diverse strutture sanitarie, e che molte altre hanno dovuto sospendere del tutto, o parzialmente, la loro attività.
Tutelare scuole e ospedali in Siria
Quindi il Papa rinnova il suo appello perché venga protetta la vita dei civili e siano preservati scuole e ospedali: “Davvero quello che sta accadendo è disumano e non si può accettare”, sostiene Parolin. Quello che Francesco chiede ad Assad è di fare tutto il possibile per “fermare questa catastrofe umanitaria, per la salvaguardia della popolazione inerme, in particolare dei più deboli. Nel rispetto del Diritto Umanitario Internazionale”.
Le drammatiche condizioni dei siriani
Perché, anche nelle zone in cui tacciono le armi, non lo fa la povertà, che in questi anni ha dilaniato la Siria: “Il grido disperato della miseria non si arresta. Se dalle bombe si può cercare riparo, nessuno sfugge alla gravissima povertà. Che, come notano numerosi esponenti delle Chiese locali, trova una colpevole aggravante nelle sanzioni economiche internazionali imposte alla Siria”, denuncia ‘Aiuto alla Chiesa che Soffre’, fondazione di diritto pontificio che si occupa di cristiani perseguitati soprattutto in Medio Oriente.
Aumenta il tasso di mortalità infantile
Nel Paese, fanno sapere, mancano le medicine, mentre nella provincia di Idlib i bambini muoiono. Acs non si rassegna all’indifferenza e continua a rispondere alle tante richieste di aiuto provenienti dal Paese martoriato, con iniziative concrete, come la campagna di raccolta fondi lanciata pochi giorni fa per donare pacchi viveri e medicine ad Aleppo e Damasco.
(LaPresse/di Maria Elena Ribezzo)