Ginevra (Svizzera) – La Russia ha ripreso dopo 22 giorni i bombardamenti aerei sulla provincia siriana di Idlib, ultima roccaforte in mano ai ribelli, mentre si ritiene imminente un’offensiva del regime di Bashar Assad per riprendere il controllo dell’area.
Avvertimento USA ignorato
Avvertimento lanciato da Donald Trump su Twitter: Assad “non deve attaccare sconsideratamente la provincia di Idlib” e “i russi e gli iraniani farebbero un grave errore umanitario a partecipare a questa potenziale tragedia umana“, ha scritto il presidente Usa. Possibile preludio dell’attesa offensiva di Damasco, la Casa Bianca ha tuonato nuovamente in se rata: gli Stati Uniti risponderanno rapidamente se il presidente siriano Bashar Assad userà di nuovo armi chimiche, ha fatto sapere.
Onu lancia appello a Putin ed Erdogan
Programmato vertice a tre sulla Siria fra i presidenti di Iran, Russia e Turchia rispettivamente Hassan Rohani, Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan. Ma in questa corsa contro il tempo per scongiurare un “bagno di sangue” l’Onu ha lanciato un appello a Putin ed Erdogan: parlatevi “al telefono” con urgenza, anche prima dell’incontro in programma per venerdì, per evitare “un bagno di sangue”.
Russia alleata di Assad
“Abbiamo sentito dire alla stampa che il governo prevedeva una scadenza intorno al 10 settembre, da qui il sentimento di urgenza”, ha spiegato de Mistura a Ginevra. Damasco sembra determinata ad andare avanti: l’esercito siriano “si sta preparando a risolvere” il problema del “terrorismo” nella provincia di Idlib, ha annunciato in mattinata il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Proveremo a eliminare i terroristi da Idlib
E Teheran, dal canto suo, per bocca del ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif ha fatto sapere che “proveremo a cacciare i terroristi da Idlib con il costo umano minimo”. La provincia di Idlib, nel nord della Siria, è l’ultimo bastione in mano ai ribelli.
Presenti nell’area circa 10mila combattenti jihadisti, ex Fronte Nusra
Nella regione vivono circa 2,9 milioni di persone, di cui 1,4 milioni sono fuggite. Secondo le stime fornite da de Mistura, nell’area ci sono circa 10mila combattenti jihadisti dell’ex Fronte Nusra, branca siriana di al-Qaeda. Da oltre un mese il regime di Assad sta ammassando consistenti rinforzi intorno alla provincia di Idlib in vista di un’offensiva militare.