MILANO – L’Unicef lancia l’allarme in Siria. “Dal 20 aprile almeno 12 bambini sono stati uccisi nella Siria nordoccidentale. Mentre la violenza nella zona smilitarizzata continua ad aumentare. Più di 30mila persone hanno lasciato le loro case per sfuggire alla violenza durante il mese di aprile”. Lo ha dichiarato la direttrice generale dell’Unicef, Henrietta Fore, secondo un comunicato.
I combattimenti mettono in ginocchio la Siria
Quattro strutture sanitarie sono ora inutilizzabili dopo i bombardamenti. Lasciando migliaia di persone senza accesso all’assistenza medica salvavita, ha proseguito Fore, e anche le scuole sono state colpite e danneggiate a Idleb e Hama. I combattimenti si sono intensificati negli ultimi due giorni, inducendo i partner dell’agenzia sul campo a interrompere i programmi per fornire acqua potabile, servizi igienico-sanitari adeguati alle comunità colpite a nord di Hama e a sud di Idlib.
L’allarme dell’Unicef: tutelare i bambini
Almeno 5.500 persone sono rimaste senza acqua, i servizi possono riprendere solo quando migliorano le condizioni di sicurezza. “I team dell’Unicef stanno lavorando a stretto contatto con i partner per fornire un sostegno di base, ma anche senza una fine dei combattimenti c’è così tanto che possiamo fare. Esortiamo ancora una volta tutte le parti in conflitto e coloro che esercitano un’influenza su di loro a proteggere i bambini in ogni momento. Uccidere e mutilare i bambini è una grave violazione dei diritti dei bambini. Le infrastrutture civili, comprese le strutture sanitarie, idriche e scolastiche, non sono un obiettivo e non devono essere attaccate”, ha aggiunto Fore.
(LaPresse)