Beirut (Libano), 3 mar. (LaPresse(/AFP) – Almeno 36 combattenti delle forze pro-regime di Damasco sono stati uccisi dai raid aerei dell’aviazione militare turca sull’enclave curda di Afrin, nel nordovest della Siria. Lo ha fatto sapere l’Osservatorio siriano dei diritti umani. I raid contro la località di Kfar Janna, ha precisato l’organizzazione, sono il terzo bombardamento delle posizioni delle forze lealiste in 48 ore.
I raid turchi su altre parti dell’enclave hanno ucciso 14 combattenti pro-regime giovedì e altri quattro venerdì, secondo l’ong. I combattenti guidati dalla Turchia sono avanzati decisamente dal 20 gennaio, quando Ankara ha lanciato l’offensiva su Afrin, controllata dalle unità curde Ypg. Secondo l’Osservatorio, le forze a guida turca controllano oltre il 20% dell’enclave, dopo aver preso la zona di Rajo nel nordovest della regione. Controllano inoltre una montagna strategica a nordest dell’enclave, secondo un portavoce militare. Ankara ritiene che le milizie Ypg siano una estensione “terrorista” del Pkk.
Esse sono state fondamentali nella coalizione curdo-araba guidata dagli Stati Uniti, che ha combattuto lo Stato islamico in Siria. Secondo l’ong, sono più di 140 i civili che sono stati uccisi nei bombardamenti turchi dall’inizio dell’assalto, ma Ankara nega e afferma di aver preso “le più grandi precauzioni” per evitare vittime civili. Migliaia di persone sono intanto sfollate dalle loro case.