WASHINGTON – Il presidente americano Donald Trump rallenta sui piani di ritiro delle truppe americane dalla Siria, mentre si autoincensa affermando che per il suo approccio alle guerre dovrebbe esser considerato un “eroe”. Trump aveva stupito anche i suoi alleati – e causato le dimissioni del suo segretario alla Difesa James Mattis – dichiarando sconfitto lo Stato islamico e annunciando il ritiro. In un tweet lunedì è parso più cauto sul rientro dei militari americani, che forniscono cruciale appoggio a varie forze, tra cui le curde.
Truppe in Siria, Trump rallenta
“Riporteremo lentamente i nostri soldati a casa perché tornino dalle loro famiglie, allo stesso tempo combattendo con i restanti militanti Isis”, ha scritto Trump. Il New York Times, citando funzionari, ha poi riferito che il magnate ha accettato che il rientro avventa entro 4 mesi, non in 30 giorni come aveva previsto.
Eroe nazionale
Il presidente si è scagliato contro oppositori e media su Twitter: “Se qualcuno altro diverso da Donald Trump avesse fatto quel che ho fatto io in Siria, che era un caos legato all’Isis quando sono diventato presidente, sarebbe stato un eroe nazionale”. Ha aggiunto: “I risultati sono di gran lunga migliori di quanto io avessi previsto! Ho fatto campagna contro le guerre senza fine, ricordate!”, in riferimento alla sua promessa della campagna elettorale di tirar fuori gli Usa dalle guerre post-11 settembre in Medioriente.
I militare impegnati in guerra
Trump vuol rimpatriare circa la metà dei 14mila militari impegnati nella guerra di 17 anni in Afghanistan, ma nessun annuncio formale è stato dato in merito. In Siria circa 2mila soldati affiancano truppe locali contro l’Isis; il gruppo jihadista, seppur molto ridotto, sarebbe ancora composto da migliaia di guerriglieri.
La linea dura di Donald Trump
La scorsa settimana Trump ha anche detto che gli Usa non saranno più “il poliziotto” di nessuno, durante la visita a sorpresa in Iraq. Questa opinione è popolare tra gli americani, ma per i critici – tra cui alcuni tra i più stretti alleati di Washington – gli Usa non possono abbandonare il proprio tradizionale ruolo di guida. “L’improvviso annuncio del ritiro dalla Siria ha causato molte domande, la nostra priorità è continuare sino alla fine”, ha detto la ministra della Difesa francese, Florence Parly.
Le preoccupazioni legate al rimpatrio delle truppe
Il ministro degli Esteri britannico Jeremy Hunt, meno diplomatico, ha detto a Radio 4 che Trump “ha reso una specialità parlare in termini di bianco e nero di ciò che accade nel mondo”. Le preoccupazioni sono condivise dai vertici del Gop: il senatore Lindsey Graham, tra i principali alleati di Trump al Congresso, ha chiesto al magnate di ripensarci. “Penso il presidente sia impegnato per garantire che, quando lasceremo la Siria, l’Isis sarà completamente sconfitto”, ha poi detto il repubblicano.
In risposta, il consigliere alla Sicurezza nazionale John Bolton andrà presto in visita a Turchia e Israele, entrambi impegnati nella complicata guerra in Siria.
(Lapresse/AFP)