NAPOLI – Gli scissionisti colonizzano Scampia, Melito, Mugnano e Marano. Dichiarano guerra alle cosche storiche nell’area nord della città. Si rischia una faida della droga. Il motivo è semplice: gli Amato-Pagano contano una fitta rete di famiglie affiliate. Un piccolo esercito. Secondo un calcolo (per difetto), almeno duecento persone. Nessuno arriva a queste cifre. I numeri sono dalla loro parte. E in una eventuale guerra, lo schieramento conta. Solo i Licciardi possono vantare una milizia simile, se consideriamo l’intera Alleanza (Contini-Mallardo-Licciardi). I ‘secondiglianesi’ sono pronti ad alzare barricate contro gli invasori. Nonostante l’arresto di Maria Licciardi. Gli scenari sono tetri. Gli inquirenti sanno che in caso di scontro aperto, sarebbero coinvolti più quartieri. Una debacle.
Lo scenario
La cosca della Masseria Cardone è tornata in auge di recente. Nelle informative delle forze dell’ordine ci sono scarcerazioni eccellenti, come quelle di Pietro Izzo e Renato Esposito. Ritenuti dalla Procura elementi di primo piano dei Licciardi. Izzo è difeso dall’avvocato Antonietta Genovino. Esposito è rappresentato dall’avvocato Giuseppe Biondi. Izzo fu arrestato il 14 febbraio 2012. Aveva 45 anni. Già indicato dai carabinieri come “elemento di spicco del clan Licciardi”. I militari del nucleo investigativo lo bloccarono in un ristorante a Pozzuoli. Era ricercato da maggio 2011, sfuggiva a un ordine di carcerazione emesso dalla magistratura napoletana per associazione per delinquere, rapina e detenzione e porto illegale d’arma da fuoco.
Il blitz dei militari
Quella sera fu individuato in un ristorante di via Colombo, dove i militari fecero irruzione trovandolo seduto a un tavolo con la moglie.
Era disarmato e non aveva opposto resistenza all’arresto, lasciandosi semplicemente ammanettare. Dopo qualche attimo di delusione (voleva festeggiare San Valentino con la consorte) fu portato in caserma per le formalità di rito: doveva espiare tre anni, 7 mesi e 13 giorni per i reati citati. Pietro Izzo è tornato nel quartiere. Come anche Renato Esposito. Qui nell’area nord della città, gli equilibri sono delicati e basta poco, per arrivare ai ferri corti.
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