ROMA – In un mese lo scenario politico non è sostanzialmente cambiato, i rapporti di forza restano costanti. Eppure lo spostamento di pochi punti percentuali può incidere profondamente sulle sorti politiche dell’Italia. La Lega, sia pure di poco, continua a salire nei sondaggi, così come Forza Italia e Fratelli d’Italia, segnando un’egemonia di un eventuale centrodestra unito. Il Pd recupera, superando la percentuale racimolata alle politiche dello scorso anno. Il Movimento 5 Stelle è in crisi nera: l’emorragia di voti dei pentastellati a guida Di Maio sembra inarrestabile.
Le percentuali dopo le Regionali in Sardegna e Abruzzo
Balzo in avanti significativo del Pd, che in un mese recupera due punti attestandosi al 18,6%. Secondo Ipsos di Nando Pagnoncelli per il Corriere della Sera, è la percentuale più alta dalle Politiche ad oggi toccata dai Dem. Al 2,4% LeU: la compagine di Bersani e Speranza guadagna qualche decimale. Perde un po’ di terreno Più Europa, ma rimane sulla soglia del 4%, utile per le Europee. Guadagna ancora la Lega, che in un mese s’attesta sul 35,6, recuperando un punto e mezzo. Forza Italia sale all’8,6%, mentre Fratelli d’Italia raggiunge il 4%. Il maggior mutamento in un mese lo ottengono i 5 Stelle, ma in negativo: i pentastellati crollano al 21,2%, perdendo addirittura quattro punti in meno di trenta giorni.
Centrodestra unito sfiora il 50%: la Lega fagocita i 5 Stelle, Berlusconi regge
Dopo l’Abruzzo e la Sardegna il dato politico che emerge con più forza è sempre lo stesso. Il centrodestra unito sembra imbattibile. Vola la Lega di Matteo Salvini, ma Forza Italia e Fratelli d’Italia reggono. In uno schema così delineato il potere contrattuale di Silvio Berlusconi sarebbe pressoché infinito. Da notare che secondo questi sondaggi FdI agguanta la soglia del 4%, necessaria per entrare in parlamento europeo. Salvini potrà ignorare questi dati ancora per poco, la tenuta del governo è sempre più a rischio.
5 Stelle sempre più giù: Di Maio in crisi
Il Movimento sembra aver esaurito definitivamente la sua spinta propulsiva. I sondaggi confermano il trend negativo. Trend negativo confermato anche dalle elezioni vere, con il doppio crollo alle Regionali di Abruzzo e Sardegna. Luigi Di Maio non sembra più in grado di raddrizzare le sorti del M5S. Rimane invece immutata la fiducia degli italiani verso il premier Giuseppe Conte. A meno di tre mesi dalle Europee sono segnali più che allarmanti. La messa in discussione della leadership di Di Maio è solo questione di tempo.
Il centrosinistra unito compete, aspettando le primarie Pd
Se unito il centrosinistra può raggiungere il 30%. Sommare aritmeticamente Pd, LeU e Più Europa è forse fuorviante. Ma se dalle primarie Pd uscirà una leadership in grado di unire e rilanciare l’intera coalizione, si ritornerà ad uno schema di alternativa destra-sinistra. Ma il dato da analizzare è un altro: i voti persi dai 5 Stelle vanno in due direzioni: Lega o astensione. Per ora la sinistra non è in grado di recuperare consensi dai pentastellati.
Manca il centro
Manca il centro. Con il centrosinistra che si sposta a sinistra, il centrodestra che si sposta a destra e il crollo del Movimento 5 Stelle, l’offerta politica per l’elettorato moderato-conservatore sembra essere inesistente. Gli organi dell’ala destra della sinistra e del fu glorioso Forza Italia non hanno un soggetto politico che li rappresenti. Lo spazio ci sarebbe, manca un leader e un ceto politico in grado di metterlo in piedi.