GRAZZANISE – L’escalation di furti di autovetture in provincia di Caserta ha spinto l’Arma a profondere maggiori sforzi in termini di impiego di uomini e mezzi per contrastare tale fenomeno. Ed è attraverso l’analisi dei transiti effettuati grazie ai rilevatori di targa, installati tra il territorio napoletano e Terra di Lavoro, che i carabinieri sono riusciti a individuare e arrestare un gruppo dedito al riciclaggio di pezzi di macchine rubate. A finire nei guai sono state quattro persone: Antimo Di Stasio, 39enne, Giovanni Santafata, 49enne, Pellegrino Bertone, 34enne, tutti di Grazzanise, e Saverio Martino, 36enne di Casal di Principe. Sono stati sottoposti dai carabinieri della stazione di Trentola Ducenta, su ordine del pubblico ministero Gerardina Cozzolino, agli arresti domiciliari. Domani affronteranno l’udienza di convalida dinanzi al giudice Orazio Rossi del Tribunale di S. Maria Capua Vetere. Ad assistere gli imputati, da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile, sono gli avvocati Pasquale Davide De Marco, Paolo Raimondo e Domenico Di Donato.
Quando i militari dell’Arma hanno fatto irruzione in una casa colonica situata nella frazione Nocella del Comune di Carinola, i quattro, stando alla tesi dell’accusa, stavano proprio smontando l’autovettura Fiat Panda di colore nero, da poco rubata e già privata delle targhe, il cui passaggio ai rilevatori era stato attenzionato dagli stessi carabinieri che ne hanno seguito il percorso.
All’arrivo dei carabinieri che hanno circondato l’edificio, i quattro, tutti in abiti da lavoro, sporchi di grasso e muniti di idonei strumenti da lavoro, non hanno potuto fare altro che deporre gli arnesi e farsi arrestare.
All’interno del locale garage e del soprastante appartamento i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato parti meccaniche e di carrozzeria (nelle foto).
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