Milano, 4 giu. (LaPresse) – Alcuni media spagnoli hanno acceso i riflettori sulla ex moglie dell’ambasciatore dell’Unione europea in Iraq, lo spagnolo Ramon Blecua. Secondo Abc Espana, l’indiana Nupur Chowdhry si sarebbe attribuita un falso titolo di principessa. Avrebbe falsificato il proprio curriculum vitae con titoli mai conseguiti, ma soprattutto non avrebbe mai fatto chiarezza sull’acquisto di una lussuosa residenza a Barcellona. Si tratta della storica Maison Frison della città spagnola, acquistata secondo la testata per 9 milioni di euro. Le prime informazioni parlavano di un pagamento con la sua “fortuna personale e familiare”. Tuttavia Abc dice di aver ricevuto una soffiata che l’ha spinta a indagare. La “falsa principessa”, come la testata la definisce, ha negato che l’ex marito abbia “nulla a che fare” con l’acquisto, dicendo che sia stato realizzato grazie a una “fondazione culturale”.
Il fatto
Il riferimento è alla Fondazione Maison Frison Horta, che secondo lo statuto ha tre amministratori: la stessa Nupur Chowdhry, la sua dipendente Heralungyile Newme, e Ramon Blecua. Amministratrice “irrevocabile” è la figlia di 4 anni della coppia. Blecua, a proposito del ruolo di amministratore, si svincola dalla proprietà e sostiene di figurare solo per “proteggere” la figlia. Inoltre, la coppia afferma che la residenza sia costata 1,4 milioni di euro, e sostiene che la donna abbia ottenuto un mutuo per comprarla. Inoltre, Abc scrive che varie fonti vicine alla coppia assicurano che questa non abbia il denaro per sostenere tali spese.
La testata, poi, si sofferma sul diplomatico spagnolo, ripercorrendone brevemente la carriera. Fu numero due dell’ambasciata spagnola in India, dove secondo fonti diplomatiche citate da Abc avrebbe chiesto un visto spagnolo per il capo dell’intelligence iraniana in India, che fu negato. Inviato in Iran, avrebbe avuto secondo la testata “relazioni che causarono polemiche”, poi passò a lavorare all’Ue, per cui diventò il numero due all’ambasciata in Yemen. Il governo di Riyad lo segnalò al Servizio europeo d’azione esterna per presunte “numerose riunioni di Blecua con agenti iraniani”, scrive ancora Abc. Nel maggio 2017 l’alta rappresentante per la Politica estera dell’Ue lo nominò ambasciatore in Iraq.