Ordinanza cautelare in carcere per tre indagati, accusati a vario titolo di tentato omicidio e porto illegale di armi da fuoco, entrambi aggravati dal metodo mafioso. Gli episodi contestati si sono verificati o scorso 14 aprile a Brusciano, nel rione popolare.
Ad ammanettarli sono stati i carabinieri della sezione operativa della compagnia di Castello di Cisterna.
Il provvedimento eseguito scaturisce dalle indagini compiute dai militari a seguito di una sparatoria tra opposte fazioni criminali, che provocava il ferimento di un pregiudicato del posto.
L’attività investigativa, in particolare, ha consentito di ricostruire l’agguato camorristico, nel corso del quale sono stati esplosi oltre 15 colpi di arma da fuoco lungo la pubblica via, tale da mettere a repentaglio l’incolumità anche di numerosi inconsapevoli passanti; accertare che ad aprire il fuoco erano due appartenenti al sodalizio camorristico “Clan Palermo”, destinatari dell’odierna misura; identificare un ulteriore reo, appartenente al clan “Rega”, anch’egli responsabile dell’azione di fuoco di cui sopra, intervenuto “a difesa” della vittima dell’agguato; acclarare il movente dell’azione delittuosa, riconducibile ai contrasti tra i due contrapposti clan nella gestione dei traffici illeciti dello spaccio di sostanza stupefacente sul territorio; certificare l’esistenza di un sodalizio camorristico denominato “Clan Palermo” operante nel comune di Brusciano e limitrofi, contrapposto al clan “Rega” storicamente egemone in quell’area; documentare alcune forme di espressione simboliche della camorra, tra cui il cd. bacio camorristico sulle labbra, avvenuto tra due affiliati al clan Rega a suggello del vincolo associativo esistente.
Nel corso dell’attività è stata, inoltre, rinvenuta e posta sotto sequestro una delle armi adoperate nel conflitto a fuoco, attribuita, grazie ad accertamenti dattiloscopici, ad uno degli odierni arrestati.
A finire in manette sono stati due soggetti considerati reggenti degli omonimi clan: Tommaso Rega alias o’Chirichiell e Francesco Palermo. I destinatari del provvedimento restrittivo de quo sono stati associati presso le case circondariali territorialmente competenti.