MACERATA (Ciro Iavazzo) – Lo scorso tre febbraio Luca Traini scese per le strade di Macerata e inizio a far fuoco contro i migranti africani che vedeva. Voleva vendicare l’omicidio di Pamela Mastropietro, raccontò agli inquirenti. Il presunto assassino della giovane sarebbe un extracomunitario. Lui voleva farsi giustizia da solo, nel modo più sbagliato, pericoloso e assurdo. Oggi la Corte d’Assise di Macerata ha disposto la perizia psichiatrica sulla capacità di intendere e di volere di Traini, 28 anni.
Il raid razzista
Seminò il panico fra le strade di Macerata. A bordo della sua alfa 147 si diresse in via Spalato e via Velini, zona dove abitava il presunto assassino di Pamela. Dalla vettura in corsa ha esploso decine di proiettili in vari punti della città, colpendo anche una sede del Partito democratico. Ha ferito sei persone, tutte di nazionalità africana. Era la sua ‘vendetta’. Fu braccato dalle forze dell’ordine dopo un’ora di follia in piazza della Vittoria. Una volta acciuffato, si tolse il giubbotto e si mise sulle spalle una bandiera italiana, per poi salire sul Monumento ai Caduti presente nella piazza e fare il saluto romano. Incensurato, ex candidato con la Lega, non aveva nessun rapporto di parentela con Pamela.
La perizia psichiatrica
Il processo è stato rinviato al 23 maggio. La Corte d’Assise affiderà l’incarico allo psicologo, criminologo e scrittore Massimo Picozzi. Per lo psichiatra incaricato dalla difesa, Traini sarebbe parzialmente incapace di intendere e di volere a causa di un disturbo bipolare della personalità. Respinta la richiesta del procuratore di effettuare un’analisi di parte da contrapporre a quella della difesa. Rigettata anche la richiesta per il dissequestro preventivo dei beni del 28enne imputato per 750mila euro per poter risarcire una delle vittime, una donna di origini nigeriane colpita nei pressi della stazione.