NAPOLI – Spiagge tappezzate dalla plastica. Legambiente ha pubblicato i risultati dell’indagine Beach Litter 2022: sono stati censiti 834 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia, un dato sconcertante. Si tratta principalmente di oggetti e frammenti di plastica e l’usa e getta è tra le principali cause di inquinamento in mare.
Mare inquinato
Il Mar Mediterraneo è tra le aree che hanno già superato la soglia massima tollerabile di inquinamento da plastica oltre la quale esiste un rischio ecologico significativo, ossia 120mila oggetti per metro cubo. E’ stato infatti calcolato che tra il 21% e il 54% di tutte le microplastiche globali si trova proprio nel Mar Mediterraneo, mentre nelle acque del Mar Tirreno se ne trova la più alta concentrazione mai misurata nelle profondità di un ambiente marino: 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato. Delle circa 229mila tonnellate di plastiche riversate ogni anno nel Mar Mediterraneo più della metà proviene da soli tre Paesi: il 32% dall’Egitto, 15% dall’Italia e 10% dalla Turchia. L’inquinamento degli oceani sarà quattro volte maggiore entro il 2050 e in molte aree, tra cui il Mar Mediterraneo, è già stata superata la soglia massima di inquinamento pericoloso da microplastiche. Nel report del Wwf, intitolato “Inquinamento da plastica negli oceani. Impatti su specie, biodiversità ed ecosistemi marini” vengono elencati i rischi di questa bomba ecologica ad orologeria. Secondo il report è probabile che la crescita prevista dell’inquinamento da plastica comporterà in molte aree rischi ecologici significativi che indeboliranno gli attuali sforzi per proteggere e aumentare la biodiversità, se non si interverrà ora per ridurre la produzione e l’uso della plastica a livello globale. Per rendere l’idea del dramma ambientale in atto bisogna pensare che la massa (in termini di peso) di tutta la plastica presente sul Pianeta è pari al doppio della biomassa totale degli animali terrestri e marini messi insieme.
La campagna Beach Litter
Nella campagna di Legambiente sono stati impegnati centinaia di volontari dei circoli locali che anche quest’anno hanno compiuto il monitoraggio dei rifiuti dispersi sulle spiagge dello Stivale. Purtroppo i dati non sono confortanti: su 53 spiagge di 14 regioni (Abruzzo, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lombardia, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, Veneto), sono stati censiti un totale di 44.882 rifiuti in un’area totale di 271.500 mq. Una media di 834 rifiuti ogni 100 metri di spiaggia (8 rifiuti ogni passo) che supera ampiamente il valore soglia stabilito a livello europeo per considerare una spiaggia in buono stato ambientale, cioè meno di 20 rifiuti abbandonati ogni 100 metri lineari di costa. La plastica è, ancora una volta, il materiale più comune ritrovato, ben l’84% degli oggetti rinvenuti (37.604 sui 44.882 totali), seguita da 2.004 oggetti di metallo (4,5%), 1.920 di carta/cartone (4,3%) e 1.566 di vetro/ceramiche (3,5%). Inoltre, ben il 46% di tutti i rifiuti monitorati nell’indagine, riguarda i prodotti usa e getta, alcuni dei quali al centro della direttiva europea che vieta e limita gli oggetti in plastica monouso, a cui è dedicato uno speciale focus.
La top ten dei rifiuti
Circa i due terzi dei rifiuti ritrovati (il 64% del totale) sono rappresentati da sole 10 tipologie di oggetto (sulle 175 categorie totali). Al primo posto troviamo frammenti di plastica con una dimensione compresa tra 2,5 e 50 cm (14,7% del totale), seguiti dai mozziconi di sigarette (l’8,5%) e dai pezzi di polistirolo (dimensione 2,5-50cm) pari all’8,4%. E ancora tappi e coperchi in plastica (7,9%) e le stoviglie usa e getta (6,1%). Al sesto posto troviamo bottiglie e contenitori in plastica per bevande (4,8%), al settimo le reti o sacchi per mitili o ostriche (4,7%), seguite dai cotton fioc in plastica (4,5%). Questi ultimi, messi al bando in Italia in favore di alternative più sostenibili e compostabili, sono da considerare proprio simbolo per eccellenza di una cattiva depurazione. Nono posto occupato da oggetti e frammenti in plastica espansa (non di polistirolo) con il 2,0% e chiudono la classifica “altre bottiglie e contenitori in plastica” (1,9%).