Stadio Roma, scontro politico dopo gli arresti

Stadio Roma, il sindaco Raggi: siamo parte lesa. Morani (Pd): è a causa sua se l’iter dell’impianto sportivo si ferma. Intanto domani inizieranno gli interrogatori di garanzia per le nove persone raggiunte da provvedimento cautelare

Foto Fabrizio Corradetti/LaPresse
ROMA – La bufera giudiziaria che ha portato all’esecuzione di nove misure cautelari nell’ambito di un’inchiesta sullo stadio della Roma non cessa di scuotere la Capitale e i suoi palazzi. Mentre si attendono gli interrogatori di garanzia che sono stati fissati per domani, è tempo di reazioni. 
“Il Comune, i romani e la As Roma sono parte lesa. La rassegna stampa di oggi è vergognosa, i giudici dicono che io non c’entro niente e non c’è un giornale oggi che abbia avuto il coraggio di riportare questa notizia”. Il sindaco di Roma Virginia Raggi non ha mezze misure, commentando la vicenda. Ma c’è chi non è d’accordo. “Raggi parte lesa? Siamo al totale rovesciamento della realtà”. Così la parlamentare del Pd Alessia Morani, che aggiunge: “E’ a causa della Raggi, del suo superconsulente Lanzalone e dei casi di sospetta corruzione nei quali sono coinvolti esponenti di primo piano della sua amministrazione se oggi l’iter dello stadio si ferma”.
Gli inquirenti: “Corruzione sistemica”
Tornando all’iter giudiziario, l’imprenditore Luca Parnasi sarà ascoltato a San Vittore, mentre gli altri interrogatori si terranno a Roma. Tra questi ci saranno appunto il presidente di Acea Luca Lanzalone, l’ex assessore regionale Pd Michele Civita e il vicepresidente del consiglio regionale del Lazio, Adriano Palozzi. L’accusa è di associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati che vanno dalla corruzione, al traffico di influenze, la frode fiscale, il finanziamento illecito. Il punto nodale della “corruzione sistemica”, come viene definita dagli stessi inquirenti, che sarebbe stata messa in atto da Parnasi a Roma, passerebbe proprio Lanzalone (destinatario di un provvedimento ai domiciliari). Nelle pagine dell’ordinanza si legge che i due “procedono all’unisono elaborando insieme strategie che attengono al progetto”.
Maran, il profilo dell’eroe ‘normale’ che ha detto di no alle mazzette.
Ma dalle pagine del provvedimento emerge anche un’altra figura, quella dell’assessore all’Urbanistica del Comune di Milano Pierfrancesco Maran. Secondo la ricostruzione sarebbe stato avvicinato dall’imprenditore Parnasi che gli avrebbe offerto un appartamento in cambio del via libera per realizzare il nuovo stadio del Milan. Maran ha risposto di no e lo ha fatto in maniera “sdegnosa”. L’assessore ha poi dichiarato, scrollandosi di dosso l’etichetta di ‘eroe’ civile: “E’ la normalità per la gran parte di coloro che si impegnano nelle istituzioni mossi da passione e voglia di cambiare le cose”. 

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