WASHINGTON – Ritirare le truppe dalla Siria per gli Usa inizia ad essere, ormai, più di una semplice ipotesi. L’operazione, infatti, è al vaglio del governo guidato da Donald Trump. La strategia, però, non sta incassando il parere favorevoli da tutta la maggioranza.
Stando ai media americani alcuni dirigenti della Casa Bianca avrebbero già iniziato le procedure per attivare il ritiro informando i partner dell’area siriana. Al momento, nella Siria orientale, ci sono circa duemila unità incaricate di combattere l’Isis. Soldati e addetti vari che potrebbero presto, quindi, far ritorno a casa.
E lo stesso presidente Trump, attraverso il suo profilo Twitter, ha lanciato un chiaro segnale: “Abbiamo sconfitto l’Isis in Siria”. “La mia unica ragione per essere lì durante la mia presidenza”.
Il Pentagono teme ritorsioni sugli alleati
Ma la decisione di ritirare le Truppe dalla Siria non sembra convincere il Pentagono.
I vertici del Dipartimento della Difesa non hanno accolto di buon quando l’eventualità di lasciare la zona. Stando ai media americani, infatti, starebbero cercando di dissuadere Trump e la Casa Bianca dall’ordinare il ritiro delle forze per evitare spiacevoli conseguenze.
Per il Pentagono lasciare la Siria orientale sarebbe un tradimento nei confronti degli alleati curdi che da diversi anni stanno combattendo assieme agli americani. Andare via, in questo momento, li metterebbe in serio rischio.
Si teme infatti che possano diventare il bersaglio di un’offensiva da parte della Turchia che non ha mai appoggiato la presenza americana in quell’area. Erdogan ha più volte accusato gi Stati Uniti di limitare le azioni turche.
Iran e Russia potrebbero approfittarne
Un ritiro integrale delle forze armate potrebbe inoltre andare a favorire sia la Russia che l’Iran. Secondo il segretario alla Difesa Jim Mattis e ad altri funzionari, lasiare la Siria orientale darebbe il via libera alle due nazioni di avanzare e aumentare il loro controllo sul territorio.