CASERTA (anastasia leonardo) – Dolore, tanto, e rabbia, tantissima. Sono le ore dell’attesa, ad Acerra, dove domani arriverà la salma di Domenico Fatigati, 52 anni: morto di dovere. Il sindaco Tito d’Errico ha proclamare il lutto cittadino in memoria dell’operaio morto giovedì nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, in provincia di Avellino. La città è sconvolta dalla tragica notizia, e il sindaco ha deciso di onorare la memoria del defunto proclamando il lutto cittadino nel giorno dei suoi funerali, che si celebrerà domani, nella chiesa di Sant’Alfonso alle 10:30, successivamente all’autopsia sulla salma.
Fatigati era un uomo molto amato nella comunità, noto per la sua costante presenza nel negozio di ortofrutta gestito dalla moglie. Il suo sorriso e la sua dedizione nel dare una mano nel negozio erano apprezzati da tutti coloro che lo conoscevano. La sua morte ha scosso profondamente la comunità, lasciando un vuoto difficile da colmare. “Siamo distrutti dal dolore, è inaccettabile morire per essersi andati a guadagnare il pane”, ha detto il cognato a nome di tutta la famiglia, riunita nell’abitazione di via Biferno.
La tragedia si è verificata durante un turno di lavoro presso lo stabilimento Stellantis diproprietà di John Elkann, dove Domenico svolgeva mansioni di manutenzione. Le circostanze della sua morte sono al centro di un’indagine condotta dalla Procura di Avellino, che ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio colposo. Tra di essi figurano Marco Carbonatto, direttore dello stabilimento, Andrea D’Urso, responsabile locale della sicurezza dell’azienda Fca, Vincenzo Castaldo, capo Area reparti lavorazioni, e Rocco Loffreda, responsabile della ditta esterna con cui lavorava il 52enne. Dalle indagini emerge che la ditta esterna, la Ms Automazione Srl di Foggia, era in subappalto e che l’appalto originale per la manutenzione degli impianti di produzione era stato vinto dalla Lam Fano di Pesaro Urbino. Anche la posizione del direttore di quest’ultima azienda è sotto l’attenzione degli inquirenti. Le indagini, guidate dalla Procura di Avellino, sollevano numerosi interrogativi. Uno dei principali è legato ai turni di lavoro di Domenico Fatigati. Dopo aver completato il turno pomeridiano il mercoledì sera, il 52enne avrebbe dovuto essere in riposo il giorno successivo. Tuttavia, sembra che gli sia stato chiesto di tornare a lavorare giovedì mattina dalle 6 alle 14. Le indagini dovranno chiarire se il dipendente poteva essere sostituito e chi abbia comunicato questo cambiamento di turno.
La dinamica dell’incidente mortale è ancora avvolta nel mistero. Domenico, mentre svolgeva operazioni di manutenzione su un impianto, è stato tragicamente coinvolto in un incidente che ha portato alla sua morte. La macchina su cui stava lavorando sembra non fosse dotata di adeguate misure di sicurezza o di un sistema di blocco automatico che avrebbe potuto evitare la tragedia. La mancanza di impianti di videosorveglianza nello stabilimento ha complicato ulteriormente la situazione, rallentando i soccorsi e rendendo difficile stabilire con certezza le circostanze dell’incidente. Le organizzazioni sindacali stanno seguendo da vicino gli sviluppi delle indagini, in particolare per quanto riguarda la corretta applicazione delle norme e dei presidi di sicurezza, anche per i lavoratori delle ditte esterne. Gli indagati potranno nominare consulenti di parte durante l’esame autoptico sulla salma di Domenico Fatigati, nel tentativo di ottenere una chiara comprensione degli eventi che hanno portato alla sua tragica morte.
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