NAPOLI – Stellantis ha annunciato la proroga della cassa integrazione nello storico stabilimento di Mirafiori nelle stesse ore in cui si stipula un accordo per investire oltre 5 miliardi di euro in Brasile. Una mossa che conferma quanto poco alla multinazionale interessi della serenità dei lavoratori italiani. Una scelta che inevitabilmente fa infuriare i sindacati che troppe volte hanno assunto posizioni morbide, a dir poco, nei confronti del gruppo capitano da John Elkann. “Stellantis rischia una rottura col Paese – ha spiegato il segretario generale di Fiom-Cgil Michele De Palma – Stanno mettendo a repentaglio credibilità e reputazione. Se metti in cassa integrazione le persone, non fai uscire nuovi modelli, se l’amministratore delegato prende soldi pubblici e non c’è un ritorno per il paese, che credibilità hai così nei confronti del paese e del mercato?
Non è più il tempo degli ammortizzatori sociali, e’ il tempo che la gente torni a lavorare ed è il tempo che si torni a contrattare che vuol dire ridurre l’orario di lavoro che è l’unico modo per garantire l’occupazione non solo di ora ma anche del futuro, una riduzione negoziata anche con il sostegno da parte del governo e delle istituzioni. Non possiamo saltare da una cassa per crisi a un contratto di solidarietà e via dicendo”, ha aggiunto il leader della Fiom-Cgil, che aggiunge: “Adesso basta, bisogna che a Mirafiori, come in tutte le aziende metalmeccaniche dell’automotive, si torni a lavorare.
Per questo decideremo con le altre organizzazioni sindacali di scioperare e chiedo alla città di Torino di essere vicina alle lavoratrici e ai lavoratori per ridare un futuro non soltanto a quelli che oggi sono in fabbrica, ma ai ragazzi che cercheranno il lavoro nel corso dei prossimi anni. C’è una responsabilità di Stellantis, che continua a fare cassa integrazione e chiediamo al governo e alle istituzioni di intervenire subito, perché è necessario tornare al lavoro per rilanciare la produzione della mobilità nel nostro Paese”. Anche a Pomigliano d’Arco cresce la preoccupazione per quanto avvenuto. E le voci di sciopero si rincorrono, giorno dopo giorno. L’ora del braccio di ferro definitivo con l’azienda si avvicina.
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