Quante volte, arrivati alla fine di una festa, vi siete visti costretti a buttare nei cassonetti della spazzatura dei giganteschi sacchi strapieni di plastica? Piattini. bicchieri, posate: una miriade di oggetti monouso che puntualmente finiscono tutti insieme, sporchi della panna della torta o dei residui delle bevande, nello stesso contenitore.
L’alternativa però a questo ingente sciupìo di plastica c’è. Ed è in una sfida dal nome “Feste meno rifiuti”, che la rete di genitori “Napoli per bambini” lancia a tutti i locali in cui si celebrano festicciole per i più piccoli e, perché no, anche per noi adulti. Un’ iniziativa eco-friendly nata da un’idea di tante mamme e papà stanchi di dover consegnare all’ambiente montagne di plastica usate per un party di poche ore.
Le “Feste meno rifiuti” costituiscono un passo avanti rispetto alla già di per sé innovativa ‘stoviglioteca’, vale a dire il prestito di stoviglie e oggetti lavabili e dunque riutizzabili, ai quali si ricorre per evitare di acquistare a consumare prodotti usa e getta. Le feste che riducono il consumo dei rifiuti guardano ancora più lontano.
“Il movimento ‘plastic free’ è giusto e va appoggiato, ma nelle nostre feste libere dai rifiuti non pensiamo solo a evitare l’uso della plastica, ma anche a quegli scarti che vanno nell’indifferenziata. Nelle feste meno rifiuti il suggerimento che diamo è infatti quello di non usare oggetti che non si possono riciclare, come particolari tipi di tovaglie”, spiega Marianna Mea, tra i tanti genitori di “Napoli per Bambini”. “La nostra idea è stata dunque quella di coinvolgere i locali per feste affinché aderiscano alla nostra iniziativa. Pensiamo all’enorme quantità di oggetti che sprechiamo durante un compleanno: per 20 bambini vengono di norma usati almeno 50 bicchieri di plastica. Noi genitori ci siamo così inventati dei piccoli ma efficaci consigli da seguire per ridurre al massimo la quantità di rifiuti prodotta”.
Oltre al riutilizzo delle stoviglie, via dunque l’acqua nella bottiglia di plastica per fare spazio alla brocca di vetro riempita con l’acqua del rubinetto. Lo stesso discorso vale per le altre bibite, da usare tramite il vuoto a rendere (restituire la bottiglia di vetro al fornitore una volta svuotata del contenuto), e chiarire a tutti come si effettua una corretta raccolta differenziata. Ovviamente, riutilizzare poi tovaglie e tovaglioli, riducendo al massimo gli imballaggi. E il concetto ‘meno rifiuti’ si estende anche al dopo festa, quando per la pulizia delle stoviglie e dei locali si possono usare prodotti alla spina, che, tra l’altro, costano anche meno di quelli tradizionali.
E a guadagnarci è anche il portafogli: un piccolo costo iniziale per acquistare de prodotti riutilizzabili andrà a costituire un risparmio per le successive feste ‘monouso free’.
Una parte dello spreco che vediamo nelle feste è inoltre quello del cibo: spesso il bimbo consuma solo la metà del cibo che gli viene offerto nel piattino, mentre l’altra metà finisce spesso nella spazzatura. “Ebbene, a chi partecipa alle nostre feste suggeriamo di portarsi dei contenitori per portare via gli avanzi che i bimbi non hanno toccato. In alternativa, quel che avanza si può portare alle mense dei poveri, nelle chiese, alle famiglie bisognose”, prosegue Marianna, che tiene a sottolineare che “il primo passo da fare è informare il più possibile le persone: più si diffondono messaggi ecologici, più porteremo a casa i tanti “semini ecologici” che piantiamo giorno dopo giorno”.
E per incoraggiare i locali, i genitori e i bimbi ad accettare la sfida “meno rifiuti”, “Napoli per Bambini”, come una sorta di concorso virtuale, invita tutti i partecipanti al gioco “green” a inviare loro le foto delle feste, che a fine anno andranno a comporre un collage di tutte i party meno spreconi d’Italia. “Il movimento zero rifiuti si sta pian piano ampliando in Italia: sono tante le realtà “green” che fortunatamente stanno venendo fuori, grazie alle varie iniziative per il riuso degli oggetti, che puntano appunto all’eliminazione del monuoso. Un’operazione che prosegue sia grazie alle ordinanze dei diversi comuni italiani, che tramite le azioni spontanee dei cittadini. Noi ci inseriamo in questa ondata ‘green’ e speriamo di coinvolgere nel tempo quante più persone possibile”.