AVELLINO – Carenti sotto il profilo della sicurezza per l’incolumità pubblica. Così la procura di Avellino ha chiesto i sigilli per 12 viadotti del tratto dell’autostrada A16 Napoli-Canosa, tra le uscite di Baiano e Benevento. E’ scattato il sequestro preventivo delle barriere posizionate ai bordi dei viadotti. Una decisione che si collega all’inchiesta-bis sulla strage del bus che, nel 2013, sfondò i jersey del ponte Acqualonga e precipitò in una scarpata provocando 40 morti.
I viadotti sequestrati
La procura ha disposto i sigilli giudiziari in primo luogo per il viadotto Acqualonga, quello della tragedia del 2013, poi anche per altri 11 ponti. Si tratta dei viadotti Pietra Gemma, Carafone, Vallonato I e II, F.Lenza Pezze, Scofeta Vergine, Sabato, Boscogrande, Francia, Vallone del Duca e Del Varco. Il traffico sulla A16 resta aperto ma potrebbero esserci disposizioni per la limitazione della velocità, per sopperire alle presunte carenze di materiali e sistemi di protezione.
L’inchiesta bis
Nell’inchiesta sono coinvolti tre dirigenti di Autostrade per l’Italia, indagati per una serie di omissioni. Si tratta di Michele Renzi, ex direttore di tronco di Cassino, Massimo Giulio Fornaci e Costantino Ivoi. Renzi ha ricevuto una condanna a 5 anni, Fornaci l’assoluzione in primo grado, così come l’ex amministratore delegato Giovanni Castellucci. L’inchiesta bis è stata avviata sul finire del processo e parte proprio da alcuni atti processuali. Il procuratore di Avellino, Rosario Cantelmo, che nel procedimento ha rappresentato l’accusa, chiese infatti la trasmissione al proprio ufficio dei verbali di alcune testimonianze, delle delibere del Cda di Aspi e la perizia del consulente incaricato dal tribunale. Dai documenti è partito il nuovo filone d’inchiesta che ha portato oggi al sequestro di 12 viadotti.