Strage della funivia al monte Faito, il presidente Eav tra i 25 indagati

181
Umberto De Gregorio

NAPOLI – Crollo della funivia sul monte Faito, il presidente dell’Eav Umberto De Gregorio tra i 21 nuovi indagati. Intanto l’inchiesta della Procura prosegue con gli accertamenti tecnici. Proprio per garantire il diritto di difesa a tutti, gli inquirenti hanno ampliato il numero delle persone indagate. Oltre ai dirigenti Eav (Umberto De Gregorio, il direttore operativo Pasquale Sposito, il caposervizio Pasquale Di Pace, il direttore di esercizio Marco Imparato e il dirigente infrastrutture Giancarlo Gattuso), ieri sono entrati nell’indagine anche i tecnici e i dipendenti Eav, che hanno effettuato collaudi e manutenzioni per il funzionamento dell’impianto prima della riapertura al pubblico il 10 aprile. Ieri il presidente dell’Eav Umberto De Gregorio ha fatto sapere che confida nel lavoro della magistratura: “Ho letto dai giornali che sto per ricevere un avviso di garanzia in merito alla tragedia del Faito. Gli indagati, leggo dai giornali, passerebbero da 4 a 25. Confermo la mia assoluta fiducia nella giustizia, sono sereno, e confermo la massima collaborazione agli organi inquirenti. Sono al mio posto di lavoro, come sempre”. Sono 25 gli indagati per il disastro della funivia del Faito, che provocò quattro vittime e un solo sopravvissuto il 17 aprile scorso, nel giorno del giovedì santo.

L’impianto collega la stazione dei treni di Castellammare di Stabia alla cima della montagna. Anche Massimo Amitrano è nell’elenco degli indagati: il macchinista della seconda cabina, che portò in salvo nove persone. Va fatta una precisazione: anche in questo caso si tratta di un atto dovuto imposto dalla legge in vista degli accertamenti tecnici irripetibili e del conferimento dell’incarico il 23 maggio al consulente tecnico, che dovrà accertare le cause dell’incidente. I magistrati coordinati dal procuratore Nunzio Fragliasso ipotizzano tra i reati, a vario titolo, il disastro colposo e l’omicidio colposo. C’è da dire che le 25 persone coinvolte risultano al momento indagate, ma nei loro confronti vale la presunzione di innocenza fino a un’eventuale sentenza definitiva di condanna. L’inchiesta dopo la morte di quattro dei cinque occupanti della cabina precipitata: il macchinista Carmine Parlato, la 25enne di origine arabo-israeliana Janan Suliman; i coniugi Margaret Elaine Winn e Graeme Derek Winn.

Oltre alle lesioni gravissime ai danni di Thabet Suliman, fratello di Janan, ancora ricoverato all’ospedale del Mare. I familiari dei Suliman sono difesi dall’avvocato Hilarry Sedu, i parenti del macchinista dagli avvocati Michele Sanseverino e Carlo Sarro. Intanto i sostituti procuratori Giuliano Schioppi e Alessandra Ricciohanno hanno iscritto nel registro degli indagati altre 20 persone (oltre ai dirigenti Eav): Roman Parth, Franz Parth, Boris Sosic, Pierfrancesco Cappellari, Franco Zaccagnini, Andrea e Luca Lallini, Massimo Amitrano, Alfredo Ciliberti, Salvatore Cirillo, Aniello Colucci, Giovanni De Simone, Domenico Donnarumma, Giuseppe Esposito, Luca Fontana, Antonio Gargiulo, Enrico Mirolla, Giovanni Pisacane, Francesco Esposito e Pasquale Gravina. Molti sono dipendenti Eav, che risultano essersi occupati in diversi momenti delle verifiche e delle prove giornaliere, o mensili e trimestrali della funivia. Tutti i 25 indagati potranno replicare nei successivi passaggi del procedimento a quello che, allo stato, non rappresenta un’affermazione di responsabilità, ma un atto dovuto. Al lavoro ci sono, tra gli altri, gli avvocati Elio e Manuela Palombi, Dario Gagliano, Alberto De Vita e Nicola Pignatiello.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome