Strage di Bologna, Mattarella: “Dobbiamo andare fino in fondo”

Bonafede: "Dobbiamo andare fino in fondo, ci sono nuovi tasselli, ma purtroppo ce ne sono ancora di mancanti sulla verità sulla strage"

Foto Paolo Giandotti/Ufficio Stampa Quirinale/LaPresse

BOLOGNA – Oggi è il 2 agosto, si commemora la strage alla stazione di Bologna, avvenuta in quella calda mattina d’estate di 39 anni fa alle 10,25. In quell’attentato persero la vita 85 persone, mentre altre 200 rimasero ferite.

Anni di piombo

Erano gli anni di piombo dove la strategia della tensione mieteva vittime da una parte e dall’altra. Vari furono gli attentati di diversa matrice che ebbero come obiettivi quelli di innalzare la tensione seminando morte e terrore.

Il presidente della Repubblica Mattarella

“Le istituzioni, grazie all’opera meritoria dei suoi uomini, sono riuscite a definire una verità giudiziaria. Giungendo alla condanna degli esecutori e portando alla luce la matrice neofascista dei terroristi. L’impegno profuso non è riuscito, tuttavia, a eliminare le zone d’ombra che persistono sugli ideatori dell’attentato. È una verità che dovrà essere interamente conquistata, per rendere completa l’affermazione della giustizia”, le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Virginio Merola: ogni anno sempre più partecipazione

“Ogni anno – ha detto il sindaco di Bologna – aumenta la partecipazione alla commemorazione. Questo dà a noi la forza per continuare a chiedere verità e giustizia”.

Alfonso Bonafede: dobbiamo andare fino in fondo

“Dobbiamo andare fino in fondo – ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, a Bologna, in Consiglio comunale, nel corso della commemorazione della strage – ci sono nuovi tasselli, ma purtroppo ce ne sono ancora di mancanti sulla verità sulla strage. Lo Stato deve ringraziare ogni giorno chi tiene accesa la speranza, e deve assumersi la responsabilità di tutte le volte che non è stato capace di squarciare il velo del silenzio e dell’oblio. Più volte sono stato ringraziato per la mia presenza qui, ma la mia presenza qui è doverosa e non è niente di speciale. È speciale invece il fatto che voi mi permettiate di essere qui nonostante la negligenza decennale dello Stato rispetto alla strage che ha colpito i vostri cari. La ricerca dei colpevoli e dei mandanti – ha detto il ministro – non è finita, dallo Stato arriverà tutto il supporto alla magistratura per andare fino in fondo”.

Il tempo del silenzio è finito

Poi Bonafede ha ribadito la piena fiducia alla magistratura: “Siamo i al fianco magistrati che sono al lavoro, un lavoro delicato dopo i processi sui depistaggi, che ci costringe ancora ad una attesa ma che ci dà la speranza di far luce finalmente su quanto accaduto senza zone d’ombra. Il tempo del silenzio è finito – ha concluso – ci stiamo muovendo tutti nella stessa direzione”.

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