ROMA (loredana lerose) – Nessuna possibilità di appello per il segretario Pd Matteo Renzi, i democrat non lo vogliono più alla guida del partito e chiedono dimissioni lampo, e non a puntate, per avviare una nuova fase. Luigi Zanda, capogruppo Pd al Senato si è assunto, nelle ultime ore, la responsabilità di dire a voce alta quello che tutti pensano e tangono per se prendendo tempo per capire dove soffierà il vento e in quale area riposizionarsi. “Renzi potrebbe seguire l’esempio di Walter Veltroni che, quando si dimise, lasciò subito al suo vice Dario Franceschini il compito di reggere il Pd e traghettarlo verso il congresso – ha detto Zanda – Martina potrebbe essere la personalità politica che preparerà il congresso con cui si deciderà il nuovo segretario del Pd”. In effetti Martina ha permesso la rielezione di Renzi a segretario del partito decidendo di correre in tandem con lui al congresso scorso contro il ministro Andrea Orlando e il governatore pugliese Michele Emiliano e ora potrebbe passare all’incasso e proporsi per sostituirlo nella fase preparatoria per il nuovo congresso. Ma Renzi non è d’accordo, nel presentare le finte dimissioni ha detto ‘no ai caminetti e ad un reggente’. In pratica vuole avere l’ultima parola, vuole essere lui a scrivere la parola fine, in maniera definitiva, sul Pd. Ma qualcuno, su questo, dovrebbe rasserenarlo, lo ha già fatto.