Tagli e diritti negati, rivolta in Stellantis

La Fiom: nello stabilimento campano topi e sporcizia. De Palma: “Persi 11mila posti di lavoro in 3 anni”

POMIGLIANO D’ARCO (uc) – Non bastano le centinaia di milioni di euro che gli Agnelli/Elkann hanno ricevuto dallo Stato italiano tra “aiuti” per nuovi impianti produttivi e mascherine anticovid, né il trasferimento delle sedi legali delle loro società all’estero per ragioni fiscali. In Italia come nel resto del mondo, i lavoratori delle aziende del gruppo Stellantis continuano a battersi per il riconoscimento dei loro diritti. Negli Stati Uniti, infatti, la “United Auto Workers”, sindacato degli operai metalmeccanici del settore automobilistico, sta conducendo da sei settimane uno sciopero per l’adeguamento dei salari ai rincari dei beni di consumo. Circa 45mila i lavoratori coinvolti, tra gli stabilimenti General Motors e Stellantis. Ovviamente la ricca famiglia di imprenditori “nostrani” (il delfino di Gianni Agnelli, nonché nipote dell’Avvocato, John Elkann, è presidente del consiglio di amministrazione) cerca di tirare quanto più possibile sul prezzo, e resta aperta anche la questione dell’impiego di dipendenti temporanei. L’ennesima vicenda che incide negativamente sul rendimento dei titoli di Stellantis in borsa, dove si continua a registrare un andamento negativo. La performance dell’ultimo mese, infatti, fa registrare il 2,19% in meno. Ma quello statunitense non è affatto un caso isolato, e gli operai italiani lo sanno bene. La Fiom Cgil, infatti, ha appena diffuso un comunicato nel quale, a proposito dello stabilimento di Pomigliano d’Arco, si legge: “La riduzione dei costi sulla pulizia nella più grande fabbrica del Mezzogiorno provoca disagi inaccettabili. Sono settimane che ci arrivano video e segnalazioni per la presenza di ratti che gironzolano all’interno delle officine con il rischio di malattie infettive che potrebbero rapidamente propagarsi. Alcune persone ci hanno segnalato addirittura che i topi rosicchiavano proprio nelle vicinanze delle attività lavorative con passaggi sui piedi degli stessi lavoratori. Chiediamo di rispettare la dignità delle persone che per vivere hanno l’obbligo di lavorare. L’azienda però ha l’obbligo morale, oltre che di legge, di intervenire in maniera concreta uscendo dalla logica che la sicurezza sia un costo: la sicurezza, invece, è un obbligo di legge”. La nota è firmata dal segretario organizzativo della Fiom di Napoli, Mario Di Costanzo e dai rappresentanti sindacali per la sicurezza nello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco.

Il problema era già stato segnalato all’inizio di ottobre, insieme a numerose altre criticità: “Sono mesi – si legge nel comunicato – che all’interno del nostro stabilimento viviamo condizioni lavorative disastrose. Ogni giorno, oltre ad affrontare ritmi di lavoro estenuanti, dobbiamo convivere con condizioni igieniche pessime, spazzatura depositata in ogni luogo e depositi di pedane e cartoni all’interno e all’esterno dei capannoni con il costante rischio di incendi. Ci viene segnalata la presenza di topi in varie aree dove il sudiciume raggiunge livelli insopportabili per un fabbrica come la nostra, anziché apparire bisognerebbe essere nelle condizioni di fiore all’occhiello soprattutto su temi quali salute e sicurezza. Tante lavoratrici e lavoratori rinunciano alla mensa perché le scale mobili restano volutamente guaste rendendo di fatto impossibile l’accesso ai lavoratori fragili. Ogni giorno dobbiamo fare forzature per l’avviamento dell’impianto di climatizzazione, che come al solito è chiuso o acceso a tratti o solo con aria forzata. Segnaliamo anche la gestione approssimativa del magazzino che fino a poco tempo fa funzionava discretamente, oggi invece dobbiamo prendere atto che la nuova gestione limita la consegna del vestiario e dei DPI”. Incandescente la situazione anche a Melfi, dove la produzione procede a singhiozzo, tra ritardi nella consegna dei componenti e scioperi indetti dai sindacati, preoccupati per il futuro dei lavoratori di tutto l’indotto.
La situazione è stata così sintetizzata dal segretario generale della Fiom Michele De Palma: “In Italia negli ultimi 3 anni gli stabilimenti Stellantis hanno perso 11mila lavoratori. Noi corriamo il rischio di perdere ulteriormente occupazione, perché non abbiamo fatto l’innovazione che era necessaria negli ultimi 10 anni”.

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