Economia, la Lega propone il taglio di un punto all’Irpef

ROMA – Tagliare di un punto l’Irpef, è la prima tra le proposte che saranno discusse martedì anche con Matteo Salvini.

Il taglio

Dovrebbe, il condizionale è ancora d’obbligo, avvenire sul primo scaglione di reddito, quello fino a 15.000 euro, passando dal 23% al 22%. Lo sta elaborando il gruppo economico della Lega di cui fanno parte tra gli altri Massimo Garavaglia, Armando Siri e Massimo Bitonci. L’idea è da inserire nella prossima legge di bilancio e che riguarderebbe tutti i lavoratori.

Le riduzioni

Si applicherebbe infatti sulla prima parte anche dei redditi più alti, dando così, spiega il viceministro dell’Economia Bitonci, a tutte le famiglie. La Lega vorrebbe anche agire subito sulla flat tax per gli autonomi. L’idea è quella di estendere il forfait al 15% fino a un tetto di 65.000 euro di ricavi, facendo salire la tassazione al 20% sulla parte di ricavi eccedente fino alla soglia 100.000 euro. Il costo sarebbe di circa 1,5 miliardi.

Cos’è la Flat tax

Letteralmente significa in italiano “tassa piatta”, basata su un sistema fiscale non progressivo e quindi calcolata come ‘aliquota fissa.

Solitamente tale sistema si riferisce alle imposte sul reddito familiare, e talvolta sui profitti delle imprese, tassate con un’aliquota fissa. Dopo il voto del 4 marzo, la flat tax è entrata nel programma di governo stipulata dalla Lega assieme ai 5 Stelle. Essa prevede in sostanza l’introduzione di due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite Iva, imprese e famiglie.

Oggi ci sono 5 aliquote e altrettanti scaglioni Irpef.

Il primo scaglione

Comprende i contribuenti con un reddito compreso tra 0 e 15.000 euro l’anno. In questo caso l’aliquota Irpef è del 23%, che corrisponde – nel caso di massimo reddito per questa fascia, 15.000 euro – a una tassazione di 3.450 euro. Nella prima fascia sono ricompresi tutti i lavoratori che percepiscono un reddito non superiore a 1.250 euro.

Il secondo scaglione

E’ quello che comprende i redditi tra da 15.001 euro a 28.000 euro. L’aliquota riservata a questa fascia è del 27%, con una tassazione – nel caso di reddito più alto – di 6.960 euro. Sono rappresentati da tale categoria le persone con reddito mensile non superiore a 2.335 euro. È importante evidenziare che a partire dal secondo scaglione in poi (quindi in caso di reddito maggiore rispetto a quello con aliquota base), si applica l’aliquota successiva solo per la parte eccedente di reddito.

Il terzo scaglione

E’ quello compreso tra 28.001 euro e 55.000 euro, per contribuenti con un reddito massimo di 4.583 euro. L’aliquota Irpef è fissata al 38% sulla soglia eccedente la seconda (ossia si applica il 38% solo per la quota di reddito che supera i 28mila euro, ai quali si applica l’aliquota precedente del 27%). In questo caso, la quota Irpef sarà pari a 17.220 euro in caso di reddito più alto.

Il quarto scaglione

Coinvolge tutti i contribuenti da 55.001 euro a 75.000 euro, che presentano un reddito mensile non superiore a 6.250 euro. Per questi contribuenti, l’aliquota Irpef sulla quota eccedente il precedente scaglione è del 41% e di conseguenza l’onere fiscale più alto sarà pari a 25.420 euro.

Il quinto scaglione

Oltre i 75.000 euro di reddito, ovvero per il quinto ed ultimo scaglione di reddito, l’aliquota Irpef è pari al 43%. I contribuenti facoltosi, che percepiscono un reddito annuo eccedente i 75 mila euro, ovvero oltre 6.250 euro mensili dovranno corrispondere 25.420 euro più il 43% sul reddito eccedente.

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