ROMA – “Superare il modello del contratto, i guai partono da lì”. Il primo paletto di Nicola Zingaretti al M5S è sulle ‘regole di ingaggio’: per avviare il dialogo serve puntare alla “condivisione” di punti politici comuni e non incollare tra loro due programmi distinti. Eppure, ai nastri di partenza, proprio da galassie lontane partono gli ‘sherpa’ dei due partiti e non sarà facile arrivare ad una possibile sintesi. Anche se non mancano i possibili punti di contatto.
Tav, grandi eventi e grandi opere
L’alta velocità Torino-Lione ha segnato uno dei capitoli più difficili dell’avventura giallo-verde. Vero è che Giuseppe Conte ha avallato l’opera per ragioni di opportunità economica, ma il M5S non ha mai dato il suo benestare. E se adesso i pentastellati volessero tornare a parlarne, dai dem arriverebbe il primo semaforo rosso. I due partiti sono distanti, poi, anche sulle grandi opere (si pensi alla Gronda) o i grandi eventi internazionali o sportivi (da Expo a Roma2020, nel recente passato). Di Maio, Toninelli e compagni chiuderanno poi nel cassetto l’idea di togliere le concessioni autostradali ad Atlantia?
Taglio dei parlamentari e dei costi della politica
Nelle tre letture su quattro andate in scena tra Camera e Senato sul taglio dei parlamentari targato Fraccaro il Pd ha votato No, bollando come ‘populista e incompleta’ la proposta, che invece è un cavallo di battaglia irrinunciabile per i pentastellati. Durissima, nella passata legislatura, l’opposizione grillina alla riforma ‘Renzi-Boschi’. Possibile trovare una sintesi?
Banche
Decisamente pesanti le accuse pentastellate al Pd sugli istituti di credito. “Risparmiatori truffati da Renzi per salvare il babbo di Maria Etruria Boschi”, è sempre stato il refrain. La legislatura prevede l’istituzione di una commissione di inchiesta sulle banche e il rischio adesso è che ‘accusa’ e ‘imputati’ navighino (a vista) sulla stessa barca.
Riforma della giustizia
La riforma Bonafede non ha mai visto la luce nell’esecutivo gialloverde. Dure le critiche dei dem alla revisione dei meccanismo che prevede la scelta per sorteggio dei membri del Csm.
Manovra economica
I due partiti dovrebbero accordarsi pure su dove trovare le risorse per disinnescare le clausole di salvaguardia ed evitare l’aumento dell’Iva. Il Pd crede nell’incentivazione della fatturazione elettronica per reperire risorse ulteriori e anche i pentastellati potrebbero essere d’accordo.
Europa
Zingaretti chiede “l’impegno e l’appartenenza leale all’Ue per una Europa profondamente rinnovata”. Il voto M5S a Ursula Von del Leyen dopo il lavoro di Conte sembra aver ricollocato i pentastellati all’interno della cornice europea.
Migranti e sicurezza
I dem chiedono meno spettacolarizzazione, una gestione seria dei flussi migratori che rispetti i trattati internazionali e una revisione dei due decreti sicurezza targati Salvini, che comunque parte del Movimento ha votato tappandosi il naso.
Riforma del fisco
Il Pd chiede equità e un punto di incontro con il M5S dal momento che anche Di Maio chiedeva ‘progressività’ alla Flat tax salviniana. I due partiti sono vicini sulla riduzione del cuneo fiscale a carico di lavoratori e imprese.
Lavoro
Distanti sulla strategia di risoluzione delle principali crisi aziendali, da Ilva ad Alitalia, M5S e Pd potrebbero trovare una quadra (anche se ancora non c’è) sul salario minimo.
Reddito di cittadinanza
In origine fu il reddito di inclusione varato da Gentiloni. Zingaretti ha detto in più di un’occasione di voler modificare e non stracciare il reddito di cittadinanza, bandiera M5S.
Conflitto di interessi
Su questo terreno, stando alle dichiarazioni dei protagonisti, una collaborazione fattiva è possibile.
Ambiente e clima
Green economy, sostenibilità e rifiuti zero sono bandiere di entrambi gli schieramenti, anche se i grillini solo pochi mesi fa hanno votato contro la mozione dem per proclamare lo stato di emergenza climatica. Possibile una sintesi, poi, sull’acqua pubblica.
(LaPresse/di Nadia Pietrafitta)