MILANO – Bene la spinta da parte della società civile ma il Pd non ci sta a lasciarsi sfuggire la paternità della difesa della Torino-Lione. E prova a uscire dall’angolo degli ultimi mesi cavalcando l’onda lunga della manifestazione Si Tav. Lunedì 14 gennaio i senatori Dem depositeranno una mozione, a prima firma di Mauro Laus, che di fatto impegna il Governo a procedere, in tempi brevi, alla prosecuzione dei lavori della linea ferroviaria Torino-Lione. Sbloccando gli appalti in capo a Telt. Un modo per stanare la Lega, scesa in piazza a favore dell’opera ma che continua a temporeggiare senza prendere una posizione netta di fronte all’alleato 5 Stelle, da sempre contrario.
Tav, pentastellati e leghisti cercano una difficile intesa
Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, pubblicamente ribadisce la necessità del referendum nel caso in cui non si trovi una sintesi gialloverde, ben sapendo che i numeri, almeno nelle regioni del nord, sarebbero a favore del ‘sì’ e che mai i grillini, per loro stessa natura, si opporrebbero a una consultazione popolare. Dal canto suo, Luigi di Maio sembra voler vagliare l’ipotesi di un via libera al progetto con una forte riduzione dei costi. Evitando così un estenuante e infinito braccio di ferro sull’opera. Lo stesso ministro Danilo Toninelli si dice “certo” di trovare un accordo con la Lega.
Contenere i costi della Torino-Lione
In estrema sintesi, il progetto leghista prevede una riduzione della spesa per la Tav, ma senza fermare l’opera. L’idea è quella di cancellare la stazione di Susa ed eliminare la bretella Rosta-Buttigliera per Orbassano. I costi calerebbero di un miliardo, sostengono. Forse anche di un miliardo e mezzo.
Il fronte interno al M5S resta arroccato sul ‘No’
D’altra parte i 5 Stelle di governo, come il senatore e presidente della commissione lavori pubblici e comunicazioni, Mauro Coltorti o il capogruppo alla Camera, Francesco D’Uva, restano fedeli alla linea del Movimento che impone un’attenzione alle infrastrutture esistenti, alle “infrastrutture di base, utili a chi si sposta ogni giorno anche su medie distanze”, e non certo alle grandi opere “inutili e costose”. Una posizione bollata dal sottosegretario leghista, Giancarlo Giorgetti, come “autolesionista” dato che “questo Paese rimane legato all’Europa in termini di sviluppo e non si deve chiudere in una sindrome”.
Dibattito M5S-Lega, si inserisce il Pd
Per ammissione stessa dei suoi esponenti dunque la Lega continua a ribadire il proprio sostegno alla Tav: “ed è questo il momento per chiedere un’assunzione di responsabilità politica” come sostiene il senatore Pd Mauro Laus, primo firmatario della mozione che verrà presentata lunedì 14 gennaio in Senato. Il testo pone una domanda semplice, illustra il Dem: “si è d’accordo alla prosecuzione dei lavori della linea ferroviaria Torino-Lione sbloccando così gli appalti? E la risposta è altrettanto semplice: sì o no”. Sulla stessa linea l’intero gruppo Pd al Senato con il presidente Andrea Marcucci che si è impegnato a chiedere la calendarizzazione urgente della mozione nella prossima conferenza dei capigruppo. Se la Lega, sostengono, scende in piazza per dire sì alla Tav “allora anche nelle sedi opportune sciolga i nodi”.
(Lapresse/di Valentina Innocente)