MILANO – Sfumato il sogno Grande Slam a New York, Novak Djokovic rischia di non poterci riprovare nella prossima stagione. Il campione serbo, numero 1 del mondo, ha infatti annunciato che potrebbe non essere al via degli Australian Open nel prossimo mese di gennaio. Il motivo è presto detto: l’obbligo di vaccinazione contro il Covid imposto dal Governo dello stato di Victoria a chiunque arriverà a Melbourne per il primo torneo Major della stagione, inclusi i giocatori. Djokovic non ha mai voluto svelare se si è vaccinato o meno e proprio per difendere la sua privacy, un po’ come la star dell’NBA Kyrie Irving, è disposto anche a sacrificare la carriera professionistica. “La situazione è questa, non so ancora se andrò a Melbourne”, ha dichiarato Djokovic al quotidiano serbo Blic. “Non rivelerò se sono vaccinato o meno, è una questione privata e una domanda inappropriata – ha aggiunto il numero uno al mondo – Di questi tempi le persone si spingono troppo oltre nel prendersi la libertà di fare domande e giudicare una persona. Qualsiasi cosa tu dica, ne traggono un vantaggio”.
Il tennista 34enne ha trionfato nove volte nello Slam che apre la stagione, comprese le ultime tre edizioni. “Certo che vorrei andarci, gli Australian Open sono il torneo in cui ho ottenuto più successi – ha ammesso – Voglio competere, amo questo sport e sono ancora motivato. Sto seguendo la situazione, una decisione finale verrà presa tra due settimane. Il mio manager, in contatto con la federtennis australiana, mi ha spiegato che stanno cercando di migliorare la situazione per tutti, sia per chi vaccinato sia per chi non lo è”. In realtà la situazione in Australia sembra essere abbastanza chiara, con il premier dello stato di Victoria Daniel Andrews che ha già introdotto l’obbligo vaccinale per gli atleti professionisti che competono nei campionati nazionali e che non sembra voler tornare indietro per quanto riguarda i big stranieri che arriveranno per dall’estero in vista degli Australian Open. “Non credo che nessun tennista non vaccinato otterrà un visto per entrare in questo paese – ha spiegato – Se lo ottenessero, probabilmente dovrebbero essere messi in quarantena per un paio di settimana mentre nessuno degli altri giocatori dovrà farlo”.
Il dibattito sull’obbligo vaccinale tra i tennisti va avanti da mesi. Alcuni giocatori, tra cui Djokovic, sostengono che la decisione di vaccinarsi o meno dovrebbe essere una scelta personale. Altri, tra cui Andy Murray, ritengono che dovrebbe essere invece obbligatorio per il bene della comunità del tennis. Agli US Open, che si sono conclusi lo scorso 12 settembre, gli spettatori dovevano mostrare la prova di avere almeno una dose di vaccino contro il Covid-19 per assistere alle partite, anche se ai giocatori non era richiesto. Victoria Azarenka, due volte campionessa dell’Australian Open e tre volte finalista agli US Open, ha pensato che questa situazione avrebbe inviato un messaggio ambiguo al mondo esterno. “Per me è un po’ strano che i tifosi debbano essere vaccinati e i giocatori no”, ha detto Azarenka. Una situazione di ambiguità in cui è rimasto per mesi proprio Djokovic, che ora rischia di dover rinunciare al primo Slam della stagione e alla possibilità di riprovare la caccia al sogno Grande Slam.
Di Andrea Capello