Covid: scaricati 1 milione di Green pass in 24 ore, boom tamponi ma dati restano stabili

Boom di Green pass e di tamponi. Nella giornata di lunedì i certificati verdi scaricati in Italia hanno superato quota un milione (1.049.384) un record legato all'obbligatorietà dello strumento per accedere ai luoghi di lavoro.

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

ROMA – Boom di Green pass e di tamponi. Nella giornata di lunedì i certificati verdi scaricati in Italia hanno superato quota un milione (1.049.384) un record legato all’obbligatorietà dello strumento per accedere ai luoghi di lavoro. Di questi la stragrande maggioranza è stato ottenuto tramite l’effettuazione di un tampone (914.702) mentre solo 130.170 provengono da vaccino e 4.512 da guarigione. Un segnale che viene certificato anche dal boom di test. Nelle ultime 24 ore ne sono stati effettuati 662mila, pure in questo caso si tratta di un picco mai raggiunto. L’aumento esponenziale però non ha portato sussulti sulla curva epidemiologica che resta stabile con 2.697 nuovi casi registrati è un tasso di positività dello 0.4% (in calo dello 0.3%). I ricoveri in area medica (-5) e in terapia intensiva (-3) sono in calo mentre si registrano 70 decessi, ma di questi 19 sono avvenuti in una data precedente (1 Campania, 5 Lazio e 13 Sicilia).

La via maestra per mantenere la situazione sotto controllo resta comunque quella della vaccinazione, dove si registra un incremento delle terze dosi, che per la prima volta sono risultate essere di più rispetto alle prime vaccinazioni. “E’ sicuramente utile, prima ai fragili e poi a tutti gli over 12”, dice a LaPresse il microbiologo Andrea Crisanti. Una necessità che si impone anche visti i dati relativi ad una diminuzione di protezione dal virus da parte del vaccino nel corso del tempo. Per questo lo scienziato ribadisce il suo scetticismo nei confronti del Green pass che è una misura “esclusivamente politica” mentre dal punto di vista di sanità pubblica “è una stupidaggine perché non ha senso dare un certificato a persone che si sono vaccinate quasi un anno fa”.

E il calo dell’efficacia dei vaccini con il passare dei mesi, insieme al totale allentamento delle misure di contenimento, potrebbe essere alla base anche del boom di casi registrato nel Regno Unito dove – spiega ancora Crisanti – “hanno iniziato a vaccinare molto presto”. Una situazione fluida nella quale, da inizio 2022, potrebbe inserirsi anche il discorso relativo alla vaccinazione dei bambini a partire dai 5 anni dopo che l’Ema ha anunciato l’inizio della valutazione della richiesta avanzata in merito da Pfizer/BioNtech. “Sarebbe auspicabile ma servono molto cautela e trial con dati limitati. Non forzerei”, l’opinione in merito di Crisanti.

LaPresse

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