CASAL DI PRINCIPE – Si era messo la prigione alle spalle soltanto tre mesi fa. Ma i giorni di libertà assaporati da Alessio De Falco, almeno per il momento, sono già finiti: ieri mattina è stato ammanettato dai carabinieri di Giugliano in Campania con l’accusa di tentato omicidio. Il giovane è stato raggiunto da un decreto di fermo emesso dalla Procura di Napoli Nord e domani affronterà l’udienza di convalida. A rispedire in cella De Falco un alterco con un barista sfociato in un’aggressione fisica. Stando a quanto ricostruito dai militari, il ragazzo, due giorni fa, si era recato in un bar di Casal di Principe. E qui avrebbe iniziato a litigare con l’uomo che si trovava dietro al bancone. In pochi istanti il confronto verbale ha lasciato spazio alla violenza: durante la discussione il giovane avrebbe impugnato un bastone e colpito alla testa il titolare del locale.
Alessio De Falco, assistito dall’avvocato Mirella Baldascino, è il nipote dei boss Nunzio e Vincenzo De Falco. Il primo, conosciuto come ‘o lupo, scomparso lo scorso aprile, è stato il mandante dell’omicidio di don Peppe Diana. Il secondo, alias ‘o fuggiasco, venne assassinato nel 1991: era tempo di faide. Il mafioso rappresentava l’ala dei Casalesi che le nuove leve, all’epoca dirette da Francesco Sandokan Schiavone, volevano eliminare per ottenere il pieno controllo delle attività illecite.
Tra le condotte che avevano spedito Alessio in cella, prima del nuovo arresto, un episodio, datato 2020, simile a quello che lo avrebbe visto protagonista nel bar di Casale pochi giorni fa: tentò di costringere, insieme al fratello gemello, Vincenzo, la dipendente del ‘Gran Vesuvio Caffè’ di San Cipriano d’Aversa a non far pagare loro le birre consumate. Alla risposta negativa della donna, di origini rumene, i gemelli reagirono prendendola per i capelli. La vittima venne anche sbattuta con la testa contro il bancone. Alla barista indirizzarono, inoltre, frasi minacciose. Inizialmente il pm Vittoria Petronella, che si occupò del caso, aveva contestato ai gemelli non solo il reato di lesioni, ma anche la tentata estorsione, quest’ultima imputazione, però, venne eliminata nella richiesta di processo che ha comunque portato i due alla condanna.
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