NAPOLI – Una vergogna, una barbarie che si ripete ciclicamente in Italia e in Europa, con frange di violenti che marciano, saccheggiano, picchiano e cercano scontri con la polizia e con quelli che considerano rivali in un folle gioco di ruolo senza confini, vissuto sulla pelle di chi lavora, dei cittadini, degli sportivi. Col calcio nulla hanno a che fare coloro che volutamente non chiamiamo tifosi. Chi sceglie di sostenere una squadra lo fa amando, soffrendo, investendo risorse, sogni e speranze, non imbracciando armi, odiando ferocemente, non praticando la violenza. La sfilata dei 600 vandali tra le vie del centro, divisi tra teppisti tedeschi e ‘gemellati’ atalantini venuti da Bergamo, che amano cantare i loro slogan razzisti, per un evento che non li riguardava minimamente, è stata la dimostrazione plastica che questa vergogna con il calcio non c’entra assolutamente nulla.
L’alleanza
Un’alleanza tra vandali, che per altro si definiscono comunisti e poi alloggiando in un hotel a 4 stelle sul lungomare, fatta per una dimostrazione di forza che fa parte del gioco di ruolo di cui sopra. Scene viste e riviste. A Roma nel 2018, in occasione di Lazio-Eintracht, le immagini sono state le stesse con la devastazione di Piazza del Popolo e la presenza, anche quella volta, dei vandali che si spacciano per sostenitori dell’Atalanta. L’unica differenza è che a Napoli le forze dell’ordine hanno fatto un lavoro straordinario, coraggioso, cercando di proteggere il centro cittadino facendo da scudo con il loro corpo per evitare scontri peggiori. Sei gli agenti feriti, oltre all’autista di uno degli autobus messi a disposizione per riportare i tedeschi nel loro albergo di lusso dal quale hanno assistito alla partita di Champions, giusto per dare un minimo di senso al loro tour in Campania (al quale avrebbero voluto anche aggiungere la vandalizzazione del murales di Maradona ai Quartieri Spagnoli), cominciato con lo sbarco a Salerno e concluso a Fiumicino, dove la Questura romana ha dovuto lavorare per scongiurare altri disastri.
Lo stop alla vendita dei biglietti
Le autorità italiane avevano provato a disincentivare gli arrivi dalla Germania dei violenti, bloccando la vendita dei biglietti nel settore ospiti, ma l’iniziativa è stata sostanzialmente respinta dall’Uefa e dai dirigenti dell’Eintracht che, anzi, hanno sollevato il polverone parlando di ingiustizia. E così i tifosi veri sono rimasti a casa e i violenti regolarmente partiti verso l’Italia. A quel punto l’obiettivo era evitare contatti e Prefettura e Questura l’hanno ottenuto: “Gli unici contusi sono uomini delle forze dell’ordine, tra cui un dirigente della Polizia e un ufficiale dei carabinieri. Questo è accaduto perché la nostra intenzione era tenere separate le tifoserie e questo risultato è stato conseguito anche in momenti di maggiore criticità. Abbiamo poi fatto arresti sia in flagranza che in flagranza differita su diversi reati. Ricordo anche che nel trasferimento dei tifosi tedeschi all’albergo ci sono stati atti ostili con lanci di oggetti contro i bus. Abbiamo lavorato anche nello stop dei tedeschi in Piazza del Gesù controllata da 140 uomini delle forze dell’ordine e che hanno provveduto alla chiusura completa della piazza. Così è stato possibile evitare il contatto anche nelle ore successive alla partita. In totale sono stati mille gli operatori delle forze ordine”, ha spiegato il questore di Napoli, Alessandro Giugliano durante la conferenza stampa di ieri mattina.
L’analisi del Prefetto
“Ringrazio le forze dell’ordine, perché il primo dato è che abbiamo contusi solo tra le forze dell’ordine, che hanno evitato qualsiasi tipo di impatto tra le due tifoserie. Credo sia prioritario riconoscere agli operatori delle forze di polizia una professionalità e un equilibrio che è stato mantenuto nel corso della due giorni”, ha aggiunto il prefetto Claudio Palomba. Senza il corpo delle forze dell’ordine a contenere i vandali sarebbe stato un disastro. Come quelli che accadono in tutta Europa continuamente, senza che la politica, anche quella sportiva, affronti realmente il problema e trovi soluzioni efficaci che non vadano a colpire solo i tifosi che amano davvero il calcio. E nessuno provi a mettere in campo narrazioni che stravolgono la realtà. Napoli, in questa storia, è la sola parte lesa.
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