“A Napoli per scatenare la guerra”

In alto, Giovanni Capuozzo, Nicola Verolla e Antonio Orefice. In basso, Diego Iaquinangelo e Diodato Di Natale

NAPOLI – La città e i tifosi del Napoli vittime dell’odio e della follia dei tedeschi e dei bergamaschi. I colpevoli del mercoledì di follia vissuto dai partenopei sono da ricercare tra le tifoserie dell’Eintracht e dell’Atalanta, i cui supporter sono tra i più razzisti d’Italia. Forse del mondo. Eppure a pagare, finora, sono i napoletani. E non solo per la devastazione che è andata in atto in piazza del Gesù e sul lungomare, ma anche per i provvedimenti presi ieri.

Gli arrestati

Per il momento il bilancio degli interventi delle forze dell’ordine parla di otto arresti. Cinque sono napoletani. Si tratta di Giovanni Capuozzo, 32enne, Nicola Verolla, 46enne di Gricignano, Antonio Orefice, 51enne di Casavatore, Diego Iaquinangelo 37enne e di Diodato Di Natale, 46enne. Gli altri tre uomini tratti in arresto sono tedeschi, che hanno partecipato al piano studiato nei minimi particolari e veicolato nelle chat di whatsapp.

I messaggi shock

“Tutti a Napoli a scatenare una guerra”, è questo il tenore dei messaggi che si sono scambiati i tedeschi e i razzisti bergamaschi, che si sono dati appuntamento nel capoluogo partenopeo nonostante ci fosse il divieto imposto ai supporter dell’Eintracht – seppellito al Maradona con altri tre gol dopo i due dell’andata – di entrare allo stadio a seguire il ritorno degli ottavi di Champions. L’odio ha viaggiato via etere. Pare addirittura che nel piano studiato per devastare Napoli ci fosse una tappa davanti al murale di Maradona ai Quartieri Spagnoli. Per fortuna, quella parte dello stratagemma ‘criminale’ non è stata attuata. Adesso chi ripagherà i danni arrecati agli esercizi commerciali del centro? Nel frattempo c’è da attendere la convalida degli arresti dei cinque napoletani, fissata per domani.
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