Milano – “Quella della Blutec di Termini Imerese è una situazione compromessa. Non possiamo più aspettare: bisogna riaprire la vertenza e cercare nuovi investitori”. Michele De Palma, segretario nazionale e responsabile automotive Fiom Cgil, non nasconde la preoccupazione dopo gli ultimi sviluppi della tormentata vicenda dello stabilimento siciliano.
La guardia di finanza ha eseguito una perquisizione negli uffici della Blutec
Acquisiti diversi faldoni di documenti e materiale informatico, su richiesta della Procura, diretta da Ambrogio Cartosio, che ha aperto un’inchiesta sulla gestione dei fondi ricevuti per finanziare il piano di rilancio per gli impianti ex Fiat.
Lo scorso aprile Invitalia, agenzia nazionale per lo sviluppo d’impresa, aveva invitato Blutec a spiegare, conti alla mano, come fossero stati impiegati gli oltre 21 milioni conferiti. Dal controllo era emerso che almeno una parte sarebbe stata impiegata per coprire spese che non rientravano nel progetto, mentre l’utilizzo di altre cifre non sarebbe stato rendicontato.
“Dal punto di vista industriale non è stato rispettato niente, né il piano di investimenti né quello occupazionale. Abbiamo chiesto al governo di fare tutte le verifiche utili per capire cosa sia successo e abbiamo proposto un incontro urgente con il Mise. Basta entrare lì dentro per capire che il numero di persone occupate non è in linea con i piani”, spiega De Palma.
In due anni un centinaio di persone sono tornate al lavoro
Una cifra molto lontana da quanto era stato promesso: “In meno di tre anni, saranno riassorbiti tutti i 700 ex lavoratori Fiat attualmente in cassa integrazione” si leggeva nella nota che nel 2016 annunciava il contratto con Invitalia.
Restano molti dubbi anche sulle produzioni previste
Doblò elettrico e ibrido che dovrebbero garantire, a detta dell’azienda, l’impiego di 250 lavoratori dal dicembre 2018. “Finora abbiamo sentito solo ipotesi“, sottolinea il segretario Fiom .
Per il sindacato il governo dovrebbe iniziare a guardarsi attorno
E’ indispensabile cercare altri soggetti interessati, per affiancare Blutec, che però “ha preso soldi pubblici e quindi deve fare la sua parte“.
La società del gruppo Metec di Roberto Ginatta “ha firmato un accordo in cui prometteva di riorganizzare le fabbriche e non ha rispettato nulla, quindi l’impianto potrebbe essere nella disponibilità di altre aziende che vogliano investire per creare occupazione”, avverte De Palma.
“Il rischio è che si torni a parlare di licenziamenti”
A peggiorare un quadro già fosco sono arrivate le perquisizioni della finanza: “Nell’ultimo tavolo l’azienda si era detta serena in relazione alle indagini della guardia di finanza. Ora l’indagine rischia di fare precipitare una situazione già preoccupante.
A Termini Imerese il sindaco Francesco Giunta è preoccupato
“Questa situazione fa piovere sul bagnato. L’azienda deve ancora restituire 21 milioni di euro e non è stata in grado con queste somme di produrre qualcosa di concreto“, ha detto in consiglio comunale.
Preoccupazione da tempo condivisa
Ci sono anche pendenze aperte, ritardi sulle retribuzioni. Lo abbiamo denunciato in tutti i modi negli ultimi due anni, non siamo stati ascoltati – ricorda De Palma -. Ora vogliamo sapere cosa sta succedendo“.