MILANO – La Polizia slovena, in esecuzione di un mandato d’arresto europeo, ha arrestato Fabrizio Dante, 59 anni, ex terrorista nero latitante dallo scorso 9 febbraio dopo che la Corte di Cassazione aveva respinto il suo ricorso contro la condanna all’ergastolo per omicidio e tentato omicidio in concorso, emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma il 17 marzo 2021.
Dante è stato riconosciuto colpevole dell’agguato – rivendicato dall’organizzazione terroristica Nuclei Armati Rivoluzionari – a una pattuglia della polizia stradale, avvenuto sull’autostrada A24 il 1° maggio 1985, nel quale perse la vita l’agente Scelto della Polizia di Stato Giovanni Di Leonardo e rimase ferito l’agente Pierluigi Turriziani. L’agguato avvenne nei pressi dello svincolo di Castel Madama dove il commando finse un’avaria, fermando la vettura nella corsia d’emergenza. Scesi dall’auto, i due agenti furono raggiunti da una raffica di proiettili e Di Leonardo fu ferito al polmone.
I due furono poi immobilizzati con le loro stesse manette e gettati in un canale di scolo mentre i terroristi fuggirono con la loro auto e le loro armi. Gli assalitori fuggirono sottraendo la vettura e le armi degli agenti. Turriziani riuscì a risalire in strade e a chiedere aiuto, ma per l’agente scelto fu troppo tardi: trasportato all’ospedale di Tivoli, morì poche ore dopo.
La svolta nell’inchiesta è arrivata dall’analisi di un’impronta della mano sinistra, trovata all’epoca dalla polizia scientifica sulla vettura degli agenti. Grazie alle moderne tecniche l’impronta nel 2014 era stata attribuita al terrorista; gli ulteriori approfondimenti, estesi anche al contesto criminale di appartenenza, avevano ulteriormente rafforzato il quadro a carico dell’ex Nar.
Il militante romano, figura di primo piano dell’estrema destra romana degli anni ’80, era inserito in diverse trame eversive riguardanti i Nar, con particolare riferimento ad attacchi alle Forze dell’Ordine e alla necessità di approvvigionamento di armi.
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