Tigri ed elefanti: buone notizie dalla conservazione

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Successi biodiversità
Successi biodiversità

Due recenti storie di successo per la biodiversità riguardano la conservazione di grandi mammiferi la cui sopravvivenza è strettamente legata alle foreste: le tigri di Sumatra e gli elefanti africani.

Una nuova indagine condotta con fototrappole nell’ecosistema Leuser, in Indonesia, ha documentato una presenza di tigri di Sumatra (Panthera tigris sumatrae) più che doppia rispetto ad altre aree dell’isola. Questo ecosistema rappresenta una delle più vaste e incontaminate foreste pluviali tropicali del Sudest asiatico.

Il successo del monitoraggio è frutto della collaborazione tra la popolazione indigena dei Gayo, l’organizzazione Hutan Harimau e altri enti di ricerca. In una parte poco studiata dell’area, sono state installate sessanta fototrappole che hanno rilevato 17 tigri nel 2023 e 18 nel 2024 in soli novanta giorni, a fronte di una media di sette nelle ricerche precedenti.

Questi dati, pubblicati su Frontiers in Conservation Science, superano di gran lunga le aspettative. La maggiore presenza di tigri, predatori al vertice, indica anche un’abbondanza di prede come il cervo sambar, segno di un ecosistema in buona salute.

Il risultato dimostra inoltre l’efficacia delle ronde anti-bracconaggio organizzate mensilmente dai ranger. Tuttavia, la situazione resta critica: secondo la Lista Rossa IUCN, si stima che esistano tra 441 e 679 esemplari di tigre di Sumatra. La specie si è già estinta in Vietnam, Cambogia e Laos.

La seconda buona notizia riguarda gli elefanti africani di foresta (Loxodonta cyclotis), diffusi nelle foreste dell’Africa centrale. Questi mammiferi, più piccoli dei loro cugini della savana, sono considerati “ingegneri ecosistemici” per il loro ruolo cruciale nel modellare l’habitat e disperdere i semi.

Solo dal 2021 il loro stato di conservazione è valutato separatamente da quello degli elefanti della savana (Loxodonta africana). Una nuova valutazione, basata sull’analisi del DNA prelevato dagli escrementi, ha permesso di definire con maggiore accuratezza la loro popolazione totale.

La stima attuale è di 135.690 esemplari, un numero superiore del 16% rispetto ai dati pubblicati nel 2016. Gli esperti della IUCN hanno però chiarito che questo aumento non riflette una crescita della popolazione, ma è il risultato di una copertura di indagine più ampia e precisa, resa possibile dalle nuove tecniche genetiche.

I metodi basati sul DNA hanno ridotto l’incertezza delle stime e consentito di analizzare aree prima inaccessibili. Nonostante il dato aggiornato, il pachiderma rimane a rischio critico di estinzione a causa del bracconaggio e della continua frammentazione del suo habitat.

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