ROMA – Finale di anno elettrico per Tim. Dopo un 2018 turbolento caratterizzato dallo scontro tra Elliott e Vivendi e dalla sfiducia all’ex ad Genish, arriva una doppia convocazione del cda. Alla richiesta del socio francese di convocare ‘il prima possibile un’assemblea, il board risponde con una riunione venerdì 21 dicembre per analizzare l’istanza e subito dopo la Befana, il 14 gennaio, ci sarà un secondo Consiglio di amministrazione per decidere in merito alla richiesta. Resta fissata, al momento, anche la riunione del board del 17 gennaio.
Vivendi aveva chiesto di indire l’assemblea
Il 14 dicembre Vivendi, che detiene il 24% circa del capitale di Tim, ha anche richiesto che l’agenda dell’assemblea includa una votazione sulla revoca di cinque membri del Consiglio di amministrazione presenti nella lista di Elliott “che hanno mostrato in modo sostanziale una mancanza di indipendenza e del rispetto per le più basilari e fondamentali norme di corporate governance, con conseguenze negative sull’organizzazione e sull’immagine di Telecom Italia”.
In primis il presidente Fulvio Conti, ma anche nomi del calibro di Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini e Paola Giannotti de Ponti. Un’iniziativa che ha suscitato non poche polemiche e la reazione piccata dei diretti interessati. Per sostituirli, Vivendi ha proposto i volti di Flavia Mazzarella, Franco Bernabè, Gabriele Galateri di Genola, Rob van der Valk e Francesco Vatalaro. Si tratta di membri “tutti indipendenti, con forti competenze ed esperienze consolidate”.
Prevista mercoledì la riunione del consiglio dell’AgCom
Una mossa già annunciata l’11 dicembre scorso dai transalpini, che puntano a facilitare i rapporti con le istituzioni e il governo vista anche l’ipotesi, caldeggiata dall’esecutivo, di un’unica rete con Open Fiber. Proprio mercoledì 19 dicembre ci sarà la riunione del consiglio dell’AgCom, convocato per deliberare sull”Analisi coordinata dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa’.
Tim in calo a Piazza Affari
In Corso d’Italia, intanto, lo scenario è chiaro: Vivendi cercherà la rivincita dopo la battaglia vinta da Elliott il 4 maggio, capace di portare nel board 10 membri nonostante detenga meno del 9% del capitale. Luigi Gubitosi, nominato il 18 novembre amministratore delegato, forse non si aspettava delle festività così intense; il momento di Tim si riflette subito in Borsa, dove il titolo ha perso l’1,72% a 0,54 euro.
(Lapresse/di Alessandro Banfo)