ROMA – Un altro passo indietro per ‘salvare’ i Giochi ed evitare conseguenze ancora più drammatiche. In nome della sicurezza, le martoriate Olimpiadi di Tokyo sembrano ormai orientate a diventare le prime della storia a disputarsi a ‘porte chiuse’. Niente pubblico, non solo quello straniero ma anche i locali resteranno fuori dagli impianti e dai ‘teatri’ olimpici. Dopo mesi di analisi e verifiche, il presidente del Comitato organizzatore Seiko Hashimoto ha fatto sapere, al termine di un incontro virtuale, a cui ha partecipato anche il numero uno del Cio, Thomas Bach, che “al fine di dare la massima priorità alla sicurezza, potrebbe arrivare un momento in cui dovremo decidere di andare avanti senza spettatori”. Una resa apparsa inevitabile alla luce dei numeri della pandemia che continua a non subire flessioni significative, o quanto meno sufficienti per garantire Giochi in totale sicurezza.
La decisione
Una decisione definitiva sul numero di spettatori nelle varie venues verrà presa a giugno, in base all’andamento della pandemia e in linea con le autorità governative giapponesi, ma il futuro appare ormai scritto e tracciato. Tokyo, a un anno dallo storico slittamento in attesa di una ‘luce in fondo al tunnel’, è destinata a disputare i Giochi in ‘silenzio’ e in un clima di assoluta emergenza sanitaria. Ogni atleta e membro dello staff delle varie delegazioni olimpiche (tutte ovviamente ridotte al minimo) verranno tamponate quotidianamente. “I test si svolgeranno negli hub e saranno interamente a carico del Comitato organizzatore”, ha fatto sapere il presidente del Coni, Giovanni Malagò, al termine della Giunta, l’ultima di fine quadriennio in attesa di nuove elezioni in programma il 13 maggio a Milano.
Tokyo 2020
Il numero uno dello sport italiano ha accennato anche ai Giochi di Pechino 2022, altro punto interrogativo. “Al contrario non si hanno notizie e mancano solo 9 mesi. Se mi dicono di prendere oggi un aereo lo prendo, ma credo affronteremo il tema a settembre”. Ora c’è da pensare all’oggi e ai poco più di 80 giorni che separano i Comitati olimpici di tutto il mondo dai Giochi di Tokyo. Il Coni è riuscito a risolvere la questione vaccini per gli atleti azzurri attesi a Tokyo. “Ci siamo: grazie al generale Figliuolo, alla sottosegretaria Vezzali e a Palazzo Chigi. Non so che vaccino faranno però faccio presente che fra 83 giorni ci sono i Giochi, quindi sarebbe opportuno usare il buon senso.
I vaccini
L’ideale sarebbe utilizzare un vaccino monodose, certo che se fosse necessario il richiamo sarebbe opportuno optare per un vaccino che non richieda troppo tempo tra la prima e la seconda dose”. L’operazione in Italia procede dunque, in linea anche con le parziali riaperture al pubblico degli impianti, a partire dalla finale di Coppa Italia di calcio e le ultime fasi degli Internazionali d’Italia , a partire dagli ottavi. “Mi sembra che lentamente e progressivamente si stanno sdoganando certi concetti di autorizzazione del pubblico. Onestamente più sugli spettacoli outdoor che quelli al chiuso. Abbiamo manifestazioni ogni settimana. Ma se consenti le riaperture di cinema, teatri e musei in una certa percentuale non capisco perché non si possa farlo anche per gli eventi sportivi rispettando certi parametri”. Aperture sì dunque, ma per tutti.
(LaPresse/di Luca Masotto)